I parchi naturali di Torre Guaceto e delle dune costiere

Alla scoperta del Gal Alto Salento

  Turismo d’autore  

Giornalisti provenienti da Londra, Milano, Roma, Verona, Parma e Trieste hanno avuto l’onore e il piacere di partecipare ad un press tour che il Gal Alto Salento (www.galaltosalento.it) ha organizzato per loro tra Ostuni, Carovigno, Ceglie Messapica, San Vito dei Normanni e San Michele Salentino durante il week end lungo del 25 aprile, in collaborazione con la rivista di turismo e cultura del Salento, Spiagge (www.spiaggepuglia.it).

Dopo una lunga distesa di ulivi secolari, il canneto e la palude ecco le calette e la torre di guardia di Torre Guaceto del XVI secolo. Venne costruita dagli Aragonesi per difendere le coste salentine dall’attacco dei Turchi e fa parte di un sistema complesso di torri di guardia che vanno dal Brindisino fino a Santa Maria di Leuca per arrivare fino poi lungo lo Jonio a Manduria. La riserva naturale si estende per oltre mille ettari a terra e per duemila in mare. Si affacia su sette chilometri di costa protetta da dune e punteggiata di calette. A farci da guida è l’esperto agronomo, Gianfranco Ciola (www.riservaditorreguaceto.it). Nella riserva le attività dell’uomo vanno a braccetto con il rispetto per la natura. I pescatori, riuniti in una cooperativa, possono infatti condurre la loro attività in giorni e periodi prestabiliti utilizzando reti dalle maglie larghe, studiate apposta dall’Istituto di biologia marina dell’Università del Salento. Così le cernie possono morire anche di vecchiaia, a 50 anni - sottolinea il dottor Ciola - e arrivare a pesare fino a 390 chili. I pescatori rivendono il pesce ad alcuni ristoranti selezionati della Puglia e guadagnano così bene che, caso unico, hanno chiesto di estendere l’area marina protetta. La stessa cosa accade per l’olio extravergine di oliva, un prodotto bio, nato con l’etichetta l’Oro del parco e prodotto dai contadini che hanno gli uliveti secolari nella riserva, mentre il pomodoro fiaschetto, tipico del parco e utile per la salsa, è diventato da poco presidio slow food. Nel parco è possibile praticare ciclotrekling, escursioni, seawatching, yoga e natura, apneambiente e piccoli campi avventura per bambini dai 6 ai 12 anni (I viaggi di Palomar). Da qualche anno è stato lanciato con successo un evento che punta a vivere il parco con concerti di musica classica e artisti di strada, nelle notti estive di luna piena: Le notti di Naturalia, evento che sarà riproposto quest’anno probabilmente in agosto.

Intensa è anche l’attività nel Parco dei fossili e delle dune costiere, istituito di recente dalla Regione. Il parco è di particolare interesse perché in età preistorica era ricoperto dal mare, che, ritirandosi ha lasciato tracce degli esseri viventi che lo popolavano: i fossili appunto.

UNA CHIESA RUPESTRE CON SCENE TRATTE DAI VANGELI APOCRIFI. Nelle campagne di San Vito dei Normanni una vera e propria chicca: nel villaggio rupestre di San Biagio don Antonio Chionna, accompagnato dal sindaco Antonio Michele Trizza, dall’assessore alla cultura, Ernesto Marinò con il consigliere comunale Gianpaolo Vita racconta la storia del villaggio: “Venne abitato da monaci bizantini a partire dall’anno Mille assieme agli indigeni”. La chiesa dove si praticava il rito greco ortodosso è interamente affrescata con la storia della vita di Gesù. Alcune scene riprendono le testimonianze presenti nei vangeli apocrifi: Maria porge Gesù appena nato a due ancelle che lo lavano, mentre San Giacomo guida la Sacra famiglia verso la fuga in Egitto. I santi dagli occhi orientaleggianti sono di magnetica bellezza. Ai loro piedi, in atteggiamento umile, il ritratto dei committenti. La chiesetta rupestre fa parte del complesso di frantoi ipogei e cripte che, risalenti all’anno Mille, hanno reso ancora più prezioso il Salento. A San Michele Salentino le visite guidate oltre che nel villaggio di San Biagio, anche nel centro storico dal castello normanno e nel sito archeologico Alcesti, sono curate dalla Cooperativa di giovani laureati Paideia, che, presieduta da Raffaella Carbone, è composta da Alessandra Simoni, Antonella Rollo, Concetta Montinaro, Maria Carmela Nacci e Cristina Cavaliere (cooperativapaideia@gmail.com - tel. 347.4934443).

DALL’ANTICHISSIMO VILLAGGIO A BORGO AJENI DI SAN MICHELE SALENTINO. Dall’antichissimo villaggio dell’anno Mille a Borgo Ajeni a San Michele Salentino, risalente ai primi del ‘500, dove l’architetto Pasqua Ligorio ha illustrato i lavori di restauro compiuti di recente. In questo paesino di appena 2000 abitanti dove gli anziani si incontrano ancora in piazza, indossando la tipica coppula salentina (il cappello), l’amministrazione guidata dal sindaco Alessandro Torroni ha ricevuto i giornalisti con il vicesindaco e assessore alla cultura Maria Stella Menga e alle attività produttive, Donato Nigro nell’antico borgo Ajeni dove nacque il primo nucleo abitato del paese. Pizzica tarantata e pizzica di corteggiamento con una festosa accoglienza a cura della scuola di danza, Lady Diana, che con trenta bambini e bambine vestite nei tipici costumi ha messo in scena uno spettacolo coinvolgente. Ma non di solo antico… Anche una chiesetta risalente al 1930, dedicata alla Madonna di Pompei, è stata oggetto di restauro grazie al contributo del Gal Alto Salento. Crollò all’improvviso e venne ricostruita perché ha un alto valore affettivo e religioso per tutta la comunità. Infine il fiore all’occhiello di San Michele Salentino: la pinacoteca di arte contemporanea Salvatore Cavallo, nata dalla collezione del famoso artista Stefano Cavallo, che, avendo vissuto molti anni a Milano, ha fatto dono alla sua piccola comunità di origine dei quadri dei più grandi artisti del ‘900 con i quali intratteneva rapporti di stima e di amicizia. A raccontare la storia della pinacoteca è la direttrice del Museo, Rita Fasano. (www.comune.sanmichelesantino.br.it).

IL CENTRO STORICO DI CEGLIE MESSAPICA. Da una tipica masseria, passando poi per la specchia messapica di Ceglie nelle campagne dove è possibile ritrovare le più belle e rare orchidee del Salento e dove l’associazione Passo di Terra propone escursioni naturalistiche (www.passoditerra.it) arriviamo nel centro storico di Ceglie Messapica tipicamente mediovale, bianco e costellato di viuzze. A dominarlo è il castello dalla torre normanna, in fase di restauro e in procinto di diventare centro culturale di documentazione messapica. A fare da guida è l’esperto di storia locale, professore Antonio Scatigna Minghetti, autore di diversi libri, e l’assessore alla cultura, Tommaso Argentiero. Ma Ceglie era soprattutto un’importante città messapica, difesa da ben tre cinte murarie. I suoi resti possono essere ammirati nel piccolo museo a due passi dalla nuova sede del Comune (www.comune.cegliemessapica.br.it). Tra le tante trozzelle, vasi tipici messapici con cui le donne attingevano l’acqua e i crateri con cui gli uomini bevevano vino e acqua durante i banchetti, possiamo ammirare il giocattolino di un bimbo messapico di creta e a forma di porcellino con il musetto forato tipo biberon per far passare il latte o l’acqua e divertire anche il bimbo, visto che aveva dei sonaglini.

CAROVIGNO E GLI SBANDIERATORI. A Carovigno, la città della Nzegna, ritorna la tipica atmosfera medioevale con gli sbandieratori. Una leggenda ha legato questi spettacoli alla fede religiosa. Anticamente infatti un pastorello ritrovò l’immagine della Madonna sul Belvedere, un’altura di Carovigno, incontrandosi con un uomo malato di Conversano che aveva avuto in sogno la Madonna e cercava la sua immagine come gli era stato detto dalla Vergine. Per avvertire i suoi compagni del miracoloso ritrovamento, il pastorella legò un fazzoletto bianco ad un bastone e lo lanciò in aria. In quel luogo venne edificato un santuario, dedicato alla Madonna del Belvedere e da quel giorno ad accompagnare la statua della Madonna in processione il lunedì dell’Angelo, il martedì e il sabato successivi sono gli sbandieratori. Nell’atrio del castello Dentice di Frasso, gli sbandieratori del Gruppo folkloristico Il Castello, hanno dato vita a uno spettacolo musicale in costume molto coinvolgente.

Visita poi nei sotterranei dove i bambini della Scuola elementare di Carovigno hanno allestito un Museo della civiltà contadina, raccogliendo utensili e mobili in uso ai nostri nonni. Infine passeggiata per le sale del castello, costruito tra il 1200, fino ai primi del ‘900 ha subito vari interventi di ampliamento e restauro. Guida a cura di giovani laureate che hanno fondato un’Associazione turistico culturale, la Kairos e Kronos, (kairosekronos@gmail.com - tel. 339.2994331). Aprendo il castello con assiduità, nell’ultimo anno, i giovani hanno incrementato le visite del 40% richiamando turisti dal mare verso l’entroterra.

NON SOLO AGRITURISMI, HOTEL E B&B, MA ANCHE AREE ATTREZZARE PER CARAVAN E CAMPER. Infine per differenziare l’offerta turistica e venire incontro anche alle esigenze dei sempre più numerosi camperesti che affollano d’estate il Salento, il Comune di Ostuni sta per creare un’area sosta attrezzata, come ha annunciato il sindaco Domenico Tanzarella durante la conferenza stampa di apertura dell’educational, mentre a San Vito dei Normanni, (che si trova a circa 30 km a Nord di Brindisi) su iniziativa del consigliere comunale Gianpaolo Vita, camperista anche lui, sta per essere ultimata un’area sosta attrezzata per 27 camper, in località Scannatizzi, ben collegata con le principali strade che portano a Nord e a Sud della Puglia.

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