L’antica Reate, città dei Sabini sul Velino, patria dello scrittore Marco Terenzio Varrone, ricordato con l’appellativo de "Il Reatino" e "padre della romana erudizione", è tradizionalmente ritenuta il centro geografico d’Italia

Rieti: ombelico d’Italia

  Turismo d’autore  

La città di Rieti, capoluogo della provincia omonima nel Lazio, sorge su una piccola collina al margine di una fertile pianura, denominata Piana Reatina, alle pendici del Monte Terminillo, a circa 400 metri sul livello del mare. La piana, anticamente, era in gran parte occupata da un ampio bacino che costituiva il lago Velino, di cui i laghi di Ripasottile e di Cantalice, inseriti in una riserva naturale, sono gli ultimi residui. Oggi la piana è racchiusa, ad est, dai Monti Reatini, di cui fa parte il Monte Terminillo, e, ad ovest, dai Monti Sabini ed è tagliata dal Fiume Velino che riceve le acque dei fiumi Salto e Turano

Il nome originale, Reate, potrebbe derivare da Rea Silvia, madre di Romolo e Remo, oppure da Rea, moglie di Crono, ovvero dal greco “reo”, che significa scorrere, con evidente riferimento all’acqua, ricchezza antica del reatino.

La città fu conquistata nel 290 a.C. dal Console romano Marco Curio Dentato, che realizzò un’importante opera di idraulica, considerata uno degli interventi paesaggistici più interessanti e spettacolari della storia: il console, infatti, fece eseguire un varco tra il calcare accumulatosi negli anni presso Marmore, generando l’omonima cascata, consentendo al fiume Velino di precipitare nel Nera e liberando la pianura di Rieti dalle acque del lacus Velinus, di modo che la città si trasformò in un importante centro agricolo. Ancora oggi sono ben visibili i legami tra Rieti e Roma: i resti del solido ponte in pietra, in cui sono visibili i solchi lasciati dalle ruote dei carri utilizzati per il trasporto del sale che, superando il fiume Velino, permetteva alla via Salaria, l’antica via del sale, di raggiungere la città, o i grandiosi fornici romani, costruiti con enormi blocchi squadrati di calcare cavernoso, a sostegno del piano stradale, che costituiscono la struttura inglobata nei sotterranei di alcune dimore nobili reatine.

Molto caratteristico il centro storico, posto su una leggera altura ai margini della conca reatina, protetto, su un lato, da una cinta muraria di origine medievale, eretta nella metà del Duecento, ancora per la maggior parte intatta e ben conservata, sulle quali si aprono le porte di Porta d’Arci, Porta Aringo, Porta Conca, Porta Cintia e Porta Romana. La via consolare Salaria, oggi via Roma, una delle più vive del centro, dopo aver attraversato il forum, situato dove oggi si estende piazza Vittorio Emanuele, piegava a destra sulla via Garibaldi, forma gli antichi cardo e decumanus, che rappresentano i due assi principali della città e la divide nei rioni medievali di S. Francesco, San Rufo, della Verdura e Santa Lucia, su cui è possibile organizzare una visita ai luoghi di maggiore interesse.

Il Palazzo Vescovile, spesso chiamato anche palazzo papale, si erge nella piazza M. Vittori, in posizione adiacente alla cattedrale. La facciata principale presenta una loggia coperta da un tetto sorretto da due colonne in pietra e da un pilastro centrale. Il piano terra è caratterizzato da sei pilastri che dividono l’ambiente in due parti e sostengono le grandi volte a crociera. Volte gotiche a due navate conducono nel suggestivo arco di Bonifacio VIII Caetani.

La Cattedrale di Santa Maria è una chiesa romanica, con diverse cappelle di stile barocco, la torre campanaria del 1252, una cripta, che appartiene al primo culto del luogo. L’adiacente Battistero trecentesco ospita il Museo diocesano di Rieti, ricco di affreschi medioevali, oreficerie sacre dal secolo XIII al XIX, sontuosi paramenti sacri ricamati dal secolo XV al XIX.

La chiesa di Sant’Agostino risale alla metà del XIII secolo e fu realizzata dagli Agostiniani, in stile romanico-gotico. La facciata in pietra, di forma rettangolare, con ai lati due pilastri, termina con un attico leggermente sporgente. L’ingresso principale è costituito da un unico portale, il quale presenta una strombatura fatta da tre ordini di colonnine, al di sopra delle quali sono presenti cinque archi a tutto sesto sovrastati da un timpano. Immediatamente sopra si apre il rosone. L’interno, a navata unica, è sormontato da capriate in legno e termina in tre absidi sulle quali si aprono una finestra trifora e due bifore.

La Chiesa di San Rufo si trova in un posizione estremamente centrale, sulla piccola piazza S. Rufo, raggiungibile da quattro accessi diversi, nella quale secondo la tradizione è collocato il centro geografico della penisola italiana (Umbilicus Italiae). Per ricordarlo sono presenti una targa ed un monumento, realizzato nel 2001 e non degnamente conservato, che è chiamato "la caciotta" per la sua forma circolare e bassa che ricorda una forma di formaggio. Sulla facciata della chiesa si apre un portale di forma rettangolare privo di elementi particolari, stretto da due lesene ai fianchi e da un timpano in alto sollevato da terra da cinque scalini. Poco sopra si apre una semplice finestra decorata da una croce su vetro. L’interno  appare con un’unica navata decorata da stucchi e particolari in legno. La tela collocata dietro l’altare rappresenta “L’estasi di San Camillo de Lellis”.

Il Palazzo Comunale, che si affaccia su Piazza Vittorio Emanuele II, è il risultato di svariate opere di ampliamento e ristrutturazione di una struttura costruita nel XIII secolo. La facciata, che culmina in un piccolo campanile, ha uno stile tardo barocco con due ordini di finestre e un portico sotto il quale sono presenti un busto di Giuseppe Garibaldi e uno di Vittorio Emanuele II.

Su Piazza Cesare Battisti sorge Palazzo Vincentini, un edificio di tre piani, che, oggi è sede della Prefettura e, perciò, chiamato Palazzo della Prefettura o Palazzo del Governo. È uno dei palazzi più belli di Rieti. La facciata rinascimentale presenta un portale decorato da un bugnato ai cui lati si trovano quattro finestre con inferriate (due per lato). Il primo piano ha, come anche il secondo, cinque finestre munite di una cornice e quella centrale si apre su un piccolo balcone ed è sovrastata da un timpano spezzato nel cui vertice è posto lo stemma della famiglia. La facciata rivolta verso la cattedrale è munita di una splendida loggia formata da due ordini di archi, tre sono posti a livello del piano terra, separati da due coppie di pilastri e tre a livello del primo separati da due coppie di colonne alle quali sono sovrapposti due ovali, mentre all’altezza dell’ultimo piano sono presenti due nicchie. La loggia vignolesca si affaccia su un giardino all’italiana, oggi pubblico, circondato da una recinzione in ferro e pilastri di pietra.

Palazzo Vecchiarelli, collocato lungo Via Roma, presenta un’elegante facciata ed imponente portale, realizzato sul finire del XVI secolo, su progetto di Carlo Maderno, ma soprattutto un cortile con portico e loggiato, la cui fronte opposta all’ingresso ricorda le quinte di un teatro.

Il principale teatro di Rieti è intitolato all’imperatore Tito Flavio Vespasiano originario di Vicus Phalacrinae (Cittareale) e si trova lungo via Garibaldi. Nel teatro di fine Ottocento si svolgono, annualmente, il Rieti Danza Festival, il Concorso Internazionale per le nuove Voci della Lirica Mattia Battistini, il Concorso Nazionale per Giovani Attori e alcuni spettacoli del Reate Festival. Il Teatro Flavio Vespasiano è noto per la sua ottima acustica, caratteristica questa che ha ricevuto un riconoscimento ufficiale nel 2002, quando Uto Ughi ha stabilito l’assegnazione della prima edizione del Premio Nazionale per l’acustica proprio al teatro di Rieti, mentre il professor Bruno Cagli, presidente dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, ha definito il Teatro Flavio Vespasiano il migliore al mondo sotto tale punto di vista.

Nella Provincia di Rieti consigliamo, in particolare, di visitare Cittaducale, Rocca Sinibalda e soprattutto di costeggiare il Lago del Turano.

Cittaducale, il cui nome deriva dal latino Civitas Ducalis, è una piacevole cittadina basso-medioevale dolcemente adagiata sul Colle di Cerreto Piano lungo la Via Salaria a 11 chilometri da Rieti. Alle sue spalle, a nord, si innalza il Monte Terminillo (m. 2.216) mentre ai suoi piedi scorre il fiume Velino con le sue acque limpide e pescose. Cittaducale fu fondata nel 1309 da re Carlo II d’Angiò in onore di Roberto, duca di Calabria, figlio di Carlo ed erede al trono del Reame di Napoli, di cui rappresentava all’epoca il baluardo più settentrionale. La cittadina conserva intatto il suo carattere urbanistico basso-medioevale, con pianta ellittica modellata su quella del tradizionale Castrum Romanum: due strade perpendicolari che si incrociano dando luogo alla piazza centrale, attorno alla quale sono situati i principali edifici pubblici. Sono ancora ben conservati alcuni tratti della cinta muraria con le caratteristiche torri difensive, in particolare quella a guardia dell’accesso principale, denominata Torre Angioina o Cassero di S. Manno. Nella Piazza centrale, da un lato, si può visitare Santa Maria del Popolo con facciata tardo-romanica, rimaneggiata nel ‘600, campanile romanico e presbiterio gotico, dall’altro lato si possono ammirare il portale tardo-gotico della Chiesa di S. Agostino, sul fianco, e l’abside poligonale, oppure la torre municipale del 1580.

Il Lago del Turano, posto a 536 metri sul livello del mare, è un grande bacino idroelettrico realizzato sul fiume omonimo con una diga eretta nel 1939 nel pressi dell’abitato di Posticciola. Lungo una decina di chilometri, il lago è collegato al Lago del Salto da una galleria ed alimenta la centrale elettrica di Cotilia. Il lago si distende al piedi del Monte Navegna (1506 m), una riserva naturale coperta di boschi, ed è caratterizzato dalla presenza sulle sue rive di antichi paesi e castelli che si specchiano nelle limpide acque. A metà del lago si fronteggiano Colle di Tora, collocato su una penisola e Castel di Tora, di aspetto medievale, dominato dalla torre dell’antico castello, situato, invece, su un cocuzzolo roccioso, ed il cui nome ricorda l’antica città sabino-romana di Thiora. Sul versante destro del lago, sui due lati di un selvaggio vallone, si trovano due piccoli paesi aggrappati alle pendici rocciose: Ascrea e Paganico.

Fra i centri più importanti, per arte e testimonianze storiche, nelle vicinanze del Lago del Turano segnaliamo, in particolare, Rocca Sinibalda, che sorge su uno sperone roccioso che sbarra la valle del Turano alcuni chilometri a valle della diga. La cittadina è dominata dal castello, completamente ristrutturato durante la prima metà del XVI sec. su disegno del grande architetto militare Baldassarre Peruzzi, che si ammira, in tutta la sua bellezza, già alcuni chilometri prima di giungervi.

Testo di Giovanni Scotti – Foto di Franca Dell’Arciprete

 Versione stampabile




Torna