La vera essenza di Grado: LA LAGUNA

Grado, l’isola dei tesori

  Turismo d’autore  

Piccolo nido e covo di gabbiani, posato leggero su di un dosso biondo … così descriveva la sua Grado il poeta e cantore dell’isola Biagio Marin. Adagiata tra Mare Adriatico e laguna e tra le due città di Trieste e Venezia, Grado è una piccola isola di pescatori, una cittadina variopinta ricca di storia e tradizioni antiche. Mare e terra si sono sposati in abbandono e levità. In ampi fondali, acque immote e distese …. Così Biagio Marin, il poeta e cantore dell’Isola d’oro restituiva in versi la dolcezza e la magia della laguna, un paesaggio terraqueo fuori del tempo che forse rappresenta la vera essenza di Grado. Alle spalle del centro storico si sviluppa il porto, ideale collegamento tra il passato e il presente di una comunità che ha sempre trovato nella pesca la sua principale fonte di sopravvivenza. È qui che si svolge la frenetica attività dei pescatori in partenza e in arrivo dalla Laguna di Grado ed è da qui che partono le imbarcazioni che portano alla scoperta dell’affascinante paesaggio terraqueo che rappresenta forse la vera essenza di Grado.

Numerose isole e isolotti rigogliosi di vegetazione, valli da pesca, canali e rii disegnano intorno a Grado il paesaggio unico dove la natura regna incontrastata: uno specchio d’acqua di circa 12 mila ettari suddiviso in laguna di Ponente e laguna di Levante e punteggiato di casoni, le tipiche abitazioni dei pescatori coperte di paglia e canne. Ai visitatori che, a bordo di battelli, canoe, batele (le tipiche imbarcazioni lagunari a remi dal fondo piatto), o semplicemente taxi boat si avventurano tra i canali e le terre emerse si apre un paesaggio terraqueo di suggestiva bellezza con l’incantevole spiaggia naturale di Banco d’Orio. Per godere appieno di quella pace e silenzio che si dilatano con lo zufolo lieve del maestrale, per dirla ancora una volta con le parole di Biagio Marin, ci si può concedere una sosta in uno dei due ristoranti lagunari.

Sull’isola di Anfora una delle basse abitazioni del villaggio di pescatori ospita il ristorante Ai ciodi. Sull’isola di Ravaiarina è l’omonimo ristorante a offrire i piatti tipici della tradizione sotto l’ombreggiato pergolato.

Il dedalo di canali e valli da pesca compresi tra la foce dell’Isonzo e il Canale Anfora racchiude un ecosistema perfettamente conservato e habitat ideale per decine di specie di uccelli acquatici come aironi, folaghe, germani reali, alzavole, marzaiole, anatre e gabbiani, che vi nidificano o, nel periodo migratorio, vi fanno tappa prima di riprendere il viaggio verso sud. Per gli appassionati di bird-watching e per tutti gli amanti della natura la Riserva naturale regionale della Valle Cavanata è una meta da non perdere. Ex valle da pesca nella laguna di Levante, si estende per 327 ettari divenuti habitat naturale per 263 specie di uccelli tra migratorie, svernanti e nidificanti. Il centro visite della Riserva propone materiale informativo per la scoperta a piedi o in bicicletta dei diversi percorsi, stazioni interattive per conoscere gli ambienti e degli uccelli della Riserva, visite guidate e attività di educazione ambientale.

Basta rimanere nel comune di Grado per raggiungere un’altra meta naturalistica d’eccellenza:

la Riserva Naturale della Foce dell’Isonzo. Su un’area complessiva di 2.400 ettari che va dall’estremità settentrionale del Mare Adriatico fino al delta del fiume Po, si estende una fascia litoranea caratterizzata dai bassi fondali e da una complessa struttura lagunare. La Riserva Naturale offre un centro visite e strutture per l’osservazione e lo studio della flora e della fauna, con particolare riguardo per gli uccelli tipici delle zone umide.

Laguna regno incontrastato della natura, dunque, ma anche luogo di una tradizione ancora viva e profondamente radicata nell’anima di ogni gradese. Un binomio inscindibile quello tra storia e mare che rivive, ad esempio, nell’antico mestiere del “Maestro d’ascia”. Su uno spicchio di costa lagunare appena sotto il ponte girevole si trova lo “squero”, il cantiere di barche. Passando da lì possibile è vedere all’opera gli artigiani che, oggi come una volta, piegando (addomesticando sapientemente) assi di rovere e larice danno forma alle tradizionali barche da pesca. Un’arte nobile quella del Mastro d’ascia, artigianale, pesante e faticosa ma che a Grado trova ancora ragion d’essere pur nell’impari sfida con le più moderne tecniche di costruzione navale, forte di quella tradizione e di quell’orgoglio della gente di laguna.

Dallo squero, così come da ogni molo o riva della laguna sono visibili la cupola e il campanile del Santuario di Barbana. Uno dei simboli della laguna, testimonianza di una fede profonda che risale all’alba del Cristianesimo, è la meta più suggestiva e frequentata da turisti e pellegrini. Il santuario mariano, eretto nel 582 per volontà del patriarca Elia, è un’oasi immersa nel fitto della vegetazione e della pace lagunare. Dal 1237, anno in cui Grado venne salvata dalla peste per intercessione della Vergine, l’isola è la protagonista, ogni prima domenica di luglio, della suggestiva processione lagunare del “Perdòn de Barbana”. Il corteo di barche addobbate con bandiere e ortensie con a bordo le autorità religiose e civili e i capofamiglia della comunità gradese parte al mattino dal porto al grido di “In nome de Dio avanti!” e accompagna la statua lignea della Madonna degli Angeli, conservata all’interno della chiesa di Santa Maria delle Grazie, fino al monastero dell’isola tra il suono a festa delle campane di Grado e Barbana. Qui, tra una folla di turisti e pellegrini, viene celebrata la messa solenne. Al termine del rito religioso, il corteo riporta la statua a Grado per il “Te deum”. Lungo i canali lagunari resta visibile il segno lasciato dal corteo: una scia di ortensie che i fedeli hanno staccato dalle imbarcazioni. A prima vista semplice per quanto spettacolare evento folcloristico, il “Perdòn” resta per ogni membro comunità di Grado, credente o meno, un momento di profonda partecipazione popolare a una tradizione che racconta oltre 760 anni di vita.

Per gli appassionati di bird-watching e per tutti gli amanti della natura, la Riserva naturale regionale della Valle Cavanata e la Riserva Naturale della Foce dell’Isonzo sono le mete naturalistiche da non perdere. Novità dello scorso novembre è la pista ciclabile che collega le due aree naturalistiche. Il tratto di ciclabile va dal Caneo a Punta Sdobba e si collega al tratto di pista già esistente che dalla Valle Cavanata porta al centro di Grado. Dalla costa, attraverso la magia della laguna, il fascino delle zone umide protette e il fresco dei boschi planiziali, è possibile vivere sulle due ruote un’esperienza unica per ammirare e conoscere le meraviglie dell’entroterra di Grado.

Ulteriori informazioni : www.grado.info – tel. +390431898239-898224 - fax +0390431898205 - turismo@comunegrado.it  - urp@comunegrado.it

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