Rudezza suprema e delicata sofisticazione, il contrasto di due anime tessili simili

Dedar: la corda e le passamanerie

  Casa e arredo  

Da oltre quattro decenni e due generazioni Dedar è senza dubbio un editore tessile noto in tutto il mondo, riconosciuto per le sue collezioni e il suo stile audace, acclamato per le sue incessanti innovazioni, stimato per le sue collaborazioni eccellenti, notoriamente con Hermès. Fiuto e brio: dal 1976, Dedar non segue le tendenze, le crea. Con questo stile fantasioso che ne fa un attore di primo piano, premiato sulla scena tessile internazionale. La maison, con sede non lontano da Como e guidata dai coniugi Fabrizio, a cui si affiancano i figli Caterina e Raffaele, ha saputo concepire e realizzare tessuti moderni, divenuti emblematici e apprezzati dai più quotati architetti d’interni. Forte e ricca di collezioni, con oltre 300 prodotti - tessuti (velluto, seta, lino, raffia, tessuti tecnologici, anche ignifughi e per esterni), carte da parati e passamanerie, le cui gamme cromatiche sono al contempo uniche e infinite - Dedar è sinonimo di savoir-faire, dosando in modo eccellente futuro e tradizione, artigianato e tecnologia.

Le passamanerie golose Babà - Introdotta nel 2008, questa collezione ruota intorno ad un’idea, alla voglia di nastri, questi nodi che fungono da accenti di colore. I pompon sono stati rimossi e, per restare in atmosfera di merceria, la materia è quella del gros grain. Ai clienti, agli architetti d’interni, ai designer, ai creatori il compito d’immaginarne tutti i possibili usi.

Dedar aggiunge un’altra corda al suo arco. Ancora una volta, niente di programmato, solo un incontro tra Caterina e Raffaele Fabrizio con il designer americano Stephen Burks.

Dédarisme oblige - A Stephen Burks viene data carta bianca e pensa a come ibridare la plasticità cromatica della passamaneria Dedar a una forma tridimensionale.

Questa collezione di passamanerie, Babà, è uno scrigno di gioie. Un concentrato di lusso tessile. Il mio desiderio era quello di renderle più visibili, di giocarci ... ". Esercizio a figura libera. Risultato, un trio “incorsettato” dai nastri, versatile, civettuolo, insolente. A prima vista, sembrerebbero tre pacchetti di dinamite avvolti in corsetti stile “le belle del saloon”, Burk/lesque... Perché no? A scelta, a seconda dell’umore e dello sguardo, dell’umorismo e del caso, può essere un pouf, uno sgabello, un comodino: a seconda delle dimensioni, ciascuna struttura è composta da una sezione che va da 30 a 60 segmenti di corda, cinti da nove diversi nastri. 

Corda sensibile - La corda, per tirare le fila del discorso. Struttura robusta e leggera allo stesso tempo, resistente e flessibile, originaria e mitologica, la corda è un mix di fili di canapa o di tutte le altre fibre tessili, ritorti e intrecciati insieme e utilizzata per vari scopi. Indissociabile dal mondo atletico, marinaro, musicale, informatico, geometrico, la corda è anche il filo dal quale trae origine la tessitura e dunque l’industria tessile. Due estremi di natura identica: la corda e le passamanerie. Rudezza suprema e delicata sofisticazione, il contrasto di due anime tessili simili. Immaginati in tre dimensioni, ognuno degli “esercizi alla corda” ideati da Stephen Burks parte dal medesimo principio di assemblaggio: un fascio di 30, 45 o 60 segmenti della stessa corda spessa e pesante, di diametro tra i 2,5 e i 5 cm. Ciascun segmento è stato tagliato con la sega elettrica da Stephen Burks in persona. Il quale ha poi applicato una fusione di caucciù nero sull’estremità inferiore di ciascun segmento. Una volta solidificata, questa gomma naturale fa poi da elemento stabilizzante, base necessaria a ciascun pezzo. Chiusa da una zip, ogni cintura-corsetto è composta da quattro a otto nastri diversi, scelti all’interno della collezione Babà e cuciti a mano tra loro per cingere il fascio di corde.

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