Evento collaterale alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia, a cura di Adriano Berengo e James Putnam

Glasstress: white light / white heat

  Cultura e società   

Prosegue con grande successo di critica e pubblico GLASSTRESS. White Light / White Heat, l’evento collaterale alla Biennale di Venezia, a cura di Adriano Berengo e James Putnam, visitabile fino al 24 novembre 2013.

La grande mostra giunta alla terza edizione, continua a coinvolgere artisti provenienti da tutto il mondo e ad affascinare il pubblico con straordinarie opere in vetro, performances e progetti speciali, studiati ad hoc per l’evento. Tra questi la performance di Ron Arad che ha dato vita all’opera Last Train  – a cui è dedicata un’intera sala di Palazzo Cavalli Franchetti e che ha coinvolto diversi artisti internazionali quali Francesco Clemente, Antony Gormley, Ai Weiwei: ogni disegno è stato realizzato tramite un congegno studiato da Ron Arad che consente di disegnare su un ipad collegato a una mano meccanica con un anello di diamante che incide una lastra di vetro retro-illuminata.

Di grande impatto sono anche i giubbini in vetro trasparente di Cai Guo-Qiang, con tasche contenti oggetti che simulano degli esplosivi, e che dopo essere stati indossati per la performance all’inaugurazione, sono stati esposti su diversi manichini affiancati da un metal detector che proietta le immagini dei visitatori che lo attraversano.  

Numerose sono le opere di forte impatto a partire dal giardino esterno di Palazzo Cavalli Franchetti dove imponente si staglia l’immensa Rui Rui di Jaume Plensa, una scultura di quattro metri di altezza ben visibile anche dal ponte dell’Accademia. All’ingresso del giardino si ammirano i lavori di Ursula von Rydingsvard e di Shirazeh Houshiary e a metà dello scalone d’onore, si é accolti dall’imponente opera di Mimmo Paladino Il Rabdomante alta due metri, con le fattezze di un corpo dal quale fuoriescono numerose “braccia” simili ai rami di un albero da cui pendono stalattiti in vetro trasparente. All’ingresso del primo piano si è colpiti dal carro di Jonh Isaacs colmo di palloncini in vetro colorato che conduce alle sale, dove ci si ritrova immersi in un’atmosfera magnetica che unisce colore, concetti, temi e pensieri diversi.

Di ogni artista emerge un differente carattere, l’austerità e la linearità dell’opera di Joseph Kosuth di fronte alla delicata amaca di Loris Cecchini, l’eleganza dell’opera Blake in Venice di Jaume Plensa, caratterizzata da quattro tende, formate da ottanta lettere in vetro di diverso colore, fissate su fili d’acciaio che compongono il testo di un poema William Blake; e ancora l’essenzialità dell’opera di Ilya&Emilia Kabakov, una scultura realizzata con la tecnica della cera persa, che immortala una figura umana di piccole dimensioni (circa 50 cm), piegata come fosse accasciata su un muro.

Non mancano le esplosioni di colore e un carattere estremamente vivace che ritroviamo ad esempio nell’opera di Joana Vasconcelos, un’installazione con un grande lampadario  formato da elementi in vetro colorato e parzialmente ricoperto da interventi a uncinetto con fili dalle tonalità calde. Altre opere dal forte impatto cromatico sono: la scultura Scholars Rocks di Zhan Wang, l’opera di Mona Hatoum della quale spicca il rosso della palla di vetro inserita all’interno di una gabbia, il verde di Jongleur di Aldo Mondino o di Cross With Snake di Jan Fabre, non distanti da Mummy’s Little Soldier di Hew Locke. Di carattere più contemplativo sono le opere di Whitney McVeigh, di Kris Martin, di Michael Joo e di Recycle Group che con Column hanno colto la potenzialità del vetro in una dimensione volta al futuro. Il loro lavoro si inserisce infatti nel progetto Archeologia del futuro, che intende lasciare ai posteri testimonianze del nostro presente e dei materiali utilizzati, fra cui vengono privilegiati quelli riciclabili come il vetro, riciclabile per eccellenza.

Un’atmosfera accesa si avverte visitando il suggestivo Berengo Centre: un’antica fornace in parte adibita a spazio espositivo che accoglie numerose opere e installazioni che consentono di comprendere appieno le diverse espressioni artistiche contemporanee oltre alle tappe della lavorazione del vetro anche grazie alla presenza di forni e di strumenti utilizzati dai maestri vetrai. Il loro lavoro in totale sinergia con gli artisti, molti dei quali si sono confrontati per la prima volta con la lavorazione di questo materiale, ha dato luogo alla creazione di opere di elevato valore artistico come Macchia +1 e Macchia +2, di Pedro Cabrita Reis, realizzate in vetro e metallo; Time Tunnel di Zak Ovè, che propone dischi concentrici di dimensioni variabili sospesi che ben simbolizzano il concetto di “tempo”; 6 x (138 x 47 x 10) di Miroslaw Balka una serie di sei persiane, appaiate a formare tre coppie tutte diverse tra loro, in vetro semitrasparente che ripropongono venature e nodi caratteristici del legno.

Da ricordare inoltre lo spettacolare abito realizzato da Helen Storey, che racchiude in un corpetto in vetro trasparente una vera fiamma dalla quale si apre una gonna con un’anima in corde d’acciaio ricoperte da cocci di vetro e cristallo; lo psichedelico lampadario di Shih Chieh Huang che unisce alla struttura vitrea l’alternarsi di led luminosi e di braccia tentacolari in plastica che si gonfiano e si muovono nell’ambiente circostante, oltre all’enigmatico video di Tony Oursler.

La Terza sede della mostra, la Scuola Grande Confraternita di San Teodoro, espone esclusivamente opere dell’ucraina Oksana Mas, un’artista emergente che propone in questa occasione opere molto simili fra loro. Si tratta di lavori in cui motori e vetro diventano un tutt’uno: flussi di vetro incandescente colorato sono stati versati sui motori e a seguito della solidificazione sono nate le straordinarie opere Quantum Prayer.

Artisti coinvolti: AES+F, Alice Anderson, Polly Apfelbaum, Ron Arad, Ayman Baalbaki, Miroslaw Balka, Rina Banerjee, Fiona Banner, Pieke Bergmans, Boudicca, Pedro Cabrita Reis, Loris Cecchini, Hussein Chalayan, Mat Chivers, Oliver Clegg, Mat Collishaw, Tracey Emin, Jan Fabre, Paul Fryer, Francesco Gennari, Recycle Group, Cai Guo-Qiang, Dmitri Gutov, Mona Hatoum, Stuart Haygarth, Charlotte Hodes, Shirazeh Houshiary, Shih Chieh Huang, John Isaacs, Michael Joo, Ilya&Emilia Kabakov, Kiki&Joost, Marta Klonowska, Joseph Kosuth, Hew Locke, Delphine Lucielle, Alastair Mackie, Jason Martin, Kris Martin, Oksana Mas, Whitney McVeigh, Aldo Mondino, Lucy Orta, Tony Oursler, Zak Ové, Mimmo Paladino, Cornelia Parker, Javier Pérez, Jaume Plensa, Karim Rashid, Ursula von Rydingsvard, Thomas Schutte, Joyce Scott, Conrad Shawcross, Sudarshan Shetty, Meekyoung Shin, Helen Storey, Tim Noble &Sue Webster, Zak Timan, Gavin Turk, Koen Vanmechelen, Anneliese Varaldiev, Joana Vasconcelos, Zhan Wang.

Accompagna la mostra un importante volume in inglese con testi di Adriano Berengo, James Putnam, Frances Corner.

Glasstress 2013 è promossa da LCF-London College of Fashion con il supporto di Venice Projects, Berengo Studio 1989, Wallace Collection, Steinmetz Diamonds, Valmont.

Berengo Studio, rappresenta una delle esperienze più innovative nell’utilizzo del vetro per esprimere le diverse espressioni artistiche della contemporaneità. Fondato nel 1989 da Adriano Berengo, ha l’obiettivo di avvicinare al mondo del vetro artisti contemporanei internazionali affinché, nell’antica fornace di Berengo in collaborazione con i maestri vetrai, gli artisti possano esprimere la propria ricerca nel linguaggio tridimensionale della pasta vitrea. Da Berengo Studio si incontrano giovani artisti agli esordi, e numerosi artisti affermati e emergenti, le cui opere sono in gran parte esposte in importanti musei e collezioni private. Gli artisti che collaborano con Berengo Studio normalmente utilizzano materiali espressivi differenti dal vetro e per tale ragione nell’approccio con il nuovo medium portano sempre una originale e più libera interpretazione delle possibilità di questo straordinario materiale.

Info: GLASSTRESS. WHITE LIGHT / WHITE HEAT – a cura di Adriano Berengo e James Putnam - Tre sedi, Palazzo Cavalli–Franchetti / Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti Campo S. Stefano, 2847 | Fermata Accademia, Berengo Centre for Contemporary Art and Glass Campiello della Pescheria, Murano, Scuola Grande Confraternita di San Teodoro San Marco, 4810 | Fermata Rialto - fino al  24 novembre 2013 - Catalogo con testi di Adriano Berengo, James Putnam, Frances Corner - tutti i giorni dalle 10,00 alle 18,00 per le tre sedi - ingresso unico per le tre sedi: intero euro 10,00 – ridotto euro 8,00 per gruppi, over 65 e bambini - tel. +39 041739453 - francesca@veniceprojects.com - luca@veniceprojects.com - www.glasstress.org - facebook.com/Glasstress - @Glasstress.

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