Magis è sinonimo di sostenibilità in vitivinicoltura

Magis, il protocollo per il vino sostenibile

  Food and beverage  

Come ogni attività, anche la produzione del vino determina un impatto socio-ambientale. Le lavorazioni del terreno, ad esempio, possono alterare la struttura del suolo; le concimazioni e la difesa chimica da funghi e insetti dannosi, se eccessive o effettuate non correttamente, possono danneggiare la microfauna.

Il protocollo Magis pone le basi per uno sviluppo sostenibile della vitivinicoltura, a tutela delle risorse naturali oltre che della qualità e sicurezza del vino italiano, sempre nel rispetto della tradizione. Frutto del lavoro congiunto di un Comitato tecnico-scientifico, composto da importanti università, centri di ricerca, associazioni e aziende private, fornisce una vera e propria guida pratica per la gestione sostenibile del vigneto, in linea con i disciplinari di produzione integrata regionali e delle normative europee e nazionali. È in costante divenire; viene, infatti, aggiornato dal Comitato con le novità via via fornite dalla ricerca e dall'esperienza delle migliori aziende e dei migliori enologi italiani.

Pilastro fondante del protocollo sono le tecniche dell’agricoltura di precisione. La conoscenza della variabilità dei singoli appezzamenti e un approccio mirato consentono di intervenire solo quando serve e in misura appropriata, in altre parole in modo sostenibile.

L’adesione a Magis da parte delle aziende si traduce in una garanzia per il consumatore della sostenibilità del vino che sta acquistando. A ulteriore assicurazione, il rispetto delle linee guida da parte delle aziende che decidono di seguire il protocollo è verificata da DNV Business Assurance, ente di certificazione indipendente tra i leader a livello mondiale.

Magis non si limita solo alla gestione della produzione, ma va oltre, considerando anche aspetti come la gestione dei macchinari che determinano un impatto sulla sostenibilità complessiva. Prevede l’adesione a linee guida complementari raggruppabili in 5 aree principali (la gestione agronomica, degli agrofarmaci, delle avversità della vite, delle attrezzature e, non ultime, di qualità e sicurezza delle uve e del vino) e consente di produrre secondo le più avanzate conoscenze della comunità scientifica e le esperienze più riuscite del mondo produttivo, riducendo gli impatti ambientali solo dove e quando serve, senza penalizzare la qualità del prodotto finale.  

Per quanto riguarda la gestione agronomica, il protocollo fornisce direttive per la gestione della chioma, del suolo, dell’irrigazione e della raccolta delle uve. Altrettanto scrupoloso è l’approccio agli agrofarmaci, di cui regolamenta trasporto, stoccaggio, preparazione delle miscele, esecuzione dei trattamenti e operazioni finali di lavaggio delle attrezzature e smaltimento. Un capitolo importante del protocollo riguarda come trattare i parassiti, sia per quanto riguarda i funghi, sia per quanto riguarda gli insetti con particolare attenzione alla biodiversità e prediligendo le tecniche di difesa integrata. Per quanto riguarda la gestione delle attrezzature, vengono presi in esame aspetti come il controllo funzionale, la taratura e la manutenzione. In ultimo, il protocollo regolamenta anche qualità e sicurezza delle uve e del vino, con capitoli specificamente dedicati alla presenza di ocratossine, ai residui e alla valutazione delle caratteristiche organolettiche del vino definendo livelli qualitativi legati alle fasce di consumo e commercializzazione.

Per ognuno dei 5 filoni considerati, sono stati stabiliti circa 20 requisiti minimi e altri requisiti aggiuntivi, correlati con indicatori in base ai quali valutare l’aderenza da parte delle aziende. Chi aderisce non solo è tenuto a rispettare i requisiti minimi ma anche a definire annualmente un processo di “crescita”, che preveda l’adozione di uno o più requisiti aggiuntivi.

Un sistema concreto, che lavora anche per la tracciabilità. Tutte le operazioni vengono, infatti, scrupolosamente registrate in una piattaforma informatica, un vero e proprio “assistente virtuale” per il viticoltore. Le aziende riportano tutte le operazioni eseguite seguendo il protocollo e i risultati in un sofisticato software, la piattaforma IT Magis, che permette anche ai ricercatori di analizzare, comparare e lavorare sui dati così da poter capire dove e come migliorare ancora. Il sistema, inoltre, consente di accedere a banche dati e a strumenti di previsione meteo ed è programmato anche per fornire all’utente la documentazione richiesta dalle più recenti normative. Non esiste software per la gestione vitivinicola più avanzato.

Il progetto Magis è nato nel 2009, da un ristretto gruppo di partner del settore vitivinicolo pubblico-privato e coinvolge oggi attori di altissimo livello, ciascuno per settori specifici: Università di Milano (Di. Pro. Ve.) - gestione del vigneto, Università di Torino (DEIAFA) e di Firenze (DEISTAF) – gestione attrezzature per la distribuzione, Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del CNR - gestione e analisi rischio ocratossine, Associazione Enologi Enotecnici Italiani - tecniche enologiche, analisi sensoriale, Ager - viticoltura di precision, Bayer CropScience – food chain partnership, Image Line – piattaforma IT, Kuhn - attrezzature per il vigneto, Spektra Agri - viticoltura di precision. Ad oggi oltre 140 aziende vitivinicole aderiscono al protocollo.

Il rispetto del protocollo da parte delle aziende aderenti è garantito anche dal coinvolgimento di un ente di terza parte indipendente come DNV Business Assurance, uno dei principali enti di certificazione a livello mondiale, che effettua delle attività di verifica del rispetto dei requisiti - minimi e facoltativi - in ogni singola azienda agricola.

Ogni bottiglia prodotta secondo il protocollo sarà distinta dalla presenza del logo Magis e dell’indicazione di verifica da parte di DNV Business Assurance.

Produrre in modo sostenibile assolve alla vocazione delle aziende vitivinicole italiane di lavorare in modo trasparente e responsabile tutelando l’ambiente, con l’utilizzo di tecniche mirate alla riduzione degli impatti sullo stesso e migliorando i rapporti con le istituzioni. Ogni viticoltore potrà utilizzare il logo Magis sulla bottiglia quale attestazione delle attività svolte partendo dal campo.I consumatori sono, infatti, sempre più attenti al contenimento dell’impatto ambientale, discriminante di crescente importanza nella scelta dei prodotti. Per chi acquista una bottiglia di vino, Magis si traduce in una garanzia di sostenibilità, trasparenza e credibilità, grazie anche al coinvolgimento di un comitato tecnico scientifico e di un ente certificatore di terza parte indipendente.

Info: www.magisvino.it

G.S.

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