La mostra è realizzata a cura di P.C. Marani e Michael Eisenberg

Milano, Biblioteca Ambrosiana: Leonardo e gli strumenti musicali

  Cultura e società   

Fino all’8 giugno 2014 si può visitare la diciannovesima mostra del Codice Atlantico che indaga il complesso rapporto di Leonardo da Vinci con la musica.

Se da un lato nel Trattato della pittura egli la definisce “sorella minore della pittura”, dall’altro rimane profondamente legato all’antica tradizione platonica che vede nella musica il principio armonizzatore del mondo sensibile. Studi di acustica, innovativi quanto bizzarri progetti di strumenti musicali e studi per la realizzazione di scenografie teatrali popolano le pagine del Codice, a testimonianza del grande fascino esercitato dal mondo del suono sul genio fiorentino.

Leonardo era affascinato dal mondo uditivo e dimostrò questo suo interesse molto prolificamente nel Codice Atlantico. Il suono gli serviva come strumento critico per spiegare fenomeni naturali, le varie analogie tra gli elementi e i fenomeni legati all’universo fisico. Se, quindi, da un lato l’acustica forniva a Leonardo schemi teorici per comprendere le leggi della natura, dall’altro gli strumenti musicali gli offrivano l’opportunità molto più tangibile di confrontarsi con specifici dilemmi acustici, tecnologici, estetici e anche di immaginare nuove tecniche ibride per la produzione del suono.

I disegni di strumenti musicali di Leonardo presentano tecnologie radicalmente nuove e perfezionano alcune carenze degli strumenti musicali tradizionali. L’artista raggiungeva questo obiettivo combinando diverse tipologie di strumenti musicali, creando tecniche nuove e spesso meccanizzate per produrre il suono e sviluppando una gamma più ricca di timbri e, occasionalmente, fornendo caratteristiche polifoniche a strumenti tradizionalmente non in grado di emettere note multiple.

Un caso esemplare sono i disegni di flauti dolci presenti sul f. 1106 recto del Codice Atlantico, caratterizzati da scanalature verticali invece che da fori. Questo disegno, plasmato sull’apparato vocale umano, permette di modellare i toni e di glissare crescendo o calando, unendo gradualmente un tono a un altro.

Come di consueto la mostra è suddivisa tra due sedi: la prima sezione è esposta nella Sala Federiciana della Biblioteca Ambrosiana (Piazza Pio XI 2), mentre la seconda si può ammirare nella Sacrestia del Bramante nel convento di Santa Maria delle Grazie (Via Caradosso, 1).

Info, prenotazioni: tel 02-80692248 - prenotazione.visite@ambrosiana.it - info@ambrosiana.itwww.ambrosiana.it.

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