L’edizione 2014 del premio va ai villaggi bosniaci rinati dopo la guerra dei Balcani.30 marzo 2014

Premio Internazionale Carlo Scarpa: un giardino di pace in Bosnia

  Cultura e società   

La XXV edizione del Premio Carlo Scarpa per il Giardino, uno dei più importanti riconoscimenti per chi, nel mondo, si occupa del tema del paesaggio e della sua evoluzione armonica in rapporto all’urbanizzazione, ci porta in Bosnia Erzegovina.

Nelle ultime edizioni il premio, promosso ed organizzato ogni anno, dal 1990, dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche, è stato assegnato alla città di Amsterdam, che ha rivisto la sua zona dei musei in ottica green, e all’ordinata brughiera di uno tra i più affascinanti parchi danesi; all’emozionante Viale degli Eroi della romena Tirgu Jiu, all’enigmatico Désert de Retz, luogo da sogno immerso nella foresta del Marly, al giardino botanico islandese Skrúður, che si trova a pochi chilometri dal circolo polare artico.

Quest’anno il premio ci riporta alla mente Srebrenica e ad una delle pagine più nere della Storia, uno tra gli eccidi più brutali che l’Europa abbia conosciuto: circa ottomila civili di religione musulmana sono stati uccisi dalle milizie paramilitari serbo-bosniache nel corso della recentissima guerra civile che ha insanguinato i Balcani.

La giuria del Premio Scarpa ha deciso di premiare il progetto di ripopolamento dei borghi di Osmaèe e Brežani, due villaggi del Podrinje, regione della Bosnia orientale, ai confini con la Serbia: due minuscole località sull’altopiano sopra Srebrenica: poco più di mille abitanti fino allo scoppio del conflitto, poi totalmente disabitati dal 1993 al 2002. Fino a quando non è cominciato un timido e coraggioso processo di migrazione che ha portato in quegli stessi luoghi circa duecento persone: convinte di poter rivitalizzare l’area nel nome del ritorno ai valori di un’antica e genuina società contadina.

Il recupero parte da un’economia rurale che spinge alla socialità e diventa facilitatore relazionale (con le diverse famiglie a condividere i prodotti dei propri orti e campi); da processi di agronomia sperimentale che influiscono sul paesaggio in modo radicale, andando a sanare le cicatrici della guerra. Su tutti spicca quello, di matrice italiana, che ha visto la semina di una particolare varietà di grano saraceno. Coltivazione assunta a simbolo di rinascita.

Nel 2005, alcuni giovani di diversa etnia-nazionalità e di diverse tradizioni religiose, bambini nel 1995, costruiscono insieme il gruppo “Adopt Srebrenica”, per fare memoria e ragionare sul futuro. Negli anni successivi una decina di famiglie, vere e proprie specie pioniere, compie il passo decisivo, il ritorno nei villaggi dell’altopiano, per rimettere mano e curare la terra dei padri e delle madri. Nel 2010 si avvia a Osmaèe l’esperimento del grano saraceno, nato dallo scambio di conoscenze e di pratiche con tecnici di vari paesi, in primis l’Italia. Le collaborazioni si allargano, dalla Fondazione Alexander Langer al Centro Pace del Comune di Venezia e all’Archivio Storico di Bolzano, dagli Agronomi senza Frontiere di Padova alla Cooperativa agricola El Tamiso, dall’Associazione di Cooperazione e Solidarietà Italia alla Tavola Valdese.

Osmaèe e Brežani ci pongono, così, il tema della costruzione dello spazio multiculturale non come attitudine distributiva di posti ai diversi ma come compresenza unitaria di diversi. A due dei protagonisti, Muhamed Avdiæ e Velibor Rankiæ, la giuria affida il sigillo di Carlo Scarpa, per esprimere un sentimento di affettuosa vicinanza e di incoraggiamento, di fronte alle difficoltà e alle speranze delle loro fatiche, e per ringraziarli della lezione di vita, attualissima e universale, che viene dalla loro meravigliosa resistenza sull’altopiano.

Dopo la presentazione avvenuta a Milano, in Triennale, la campagna 2014 prosegue a Treviso nelle giornate di venerdì 9 e sabato 10 maggio, con l’inaugurazione di un’esposizione, un seminario pubblico di riflessioni, la pubblicazione di un dossier dedicato a Osmaèe e Brežani e la cerimonia di consegna ai responsabili del luogo del sigillo disegnato da Carlo Scarpa (1906-1978), l’inventore di giardini che dà il nome al Premio. Quest’anno è in programma anche una conferenza pubblica, venerdì 9 maggio, dedicata ai primi venticinque anni del Premio. La campagna di attenzioni proseguirà con altre iniziative nel corso dell’anno, oltre che a Treviso, in Bosnia Erzegovina, a Bolzano, Trieste, Venezia.

Giovanni Scotti

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