Il film è già in sala dal 29 gennaio, distribuito da BIM

Turner di Mike Leigh

  Cultura e società   

Chiariamo subito, a scanso di equivoci, che il film in questione non è un sequel di Turner e il casinaro, commedia del 1989 con Tom Hanks. Il Turner di cui si parla qui è Joseph Mallord William Turner, famoso pittore inglese vissuto dal 1775 al 1851.

Turner è stato il maggiore esponente della pittura romantica inglese, corrente che molti considerano diretto precursore dell’impressionismo. Anche se oggi diamo comunemente al termine romantico una accezione piuttosto sentimentale e sdolcinata, l’originario romanticismo privilegiava piuttosto la contemplazione di scenari naturali che dessero un senso di terrore e impotenza, definito sublime, che non sono tuttavia recepiti in modo violento, tali da deprimere il soggetto, ma al contrario l'incapacità e la paralisi nei confronti dell'assoluto si traduce nell'uomo in un piacere indistinto, dove ciò che è orrido, spaventevole e incontrollabile diventa bello.

I quadri di Turner, prodotti inizialmente con la tecnica dell’acquerello e poi soprattutto con pittura ad olio, rispecchiano certamente questa concezione nelle spettacolari rappresentazioni di mari in tempesta o vette montane.

Tutto ciò porterebbe a immaginarsi Turner come un animo nobile, un personaggio forte dalla vita avventurosa. Sorprendente è quindi il contrasto con l’artista che scopriamo nel film (e che in effetti aveva, a quanto pare, proprio questo carattere).

Il Turner del film è una persona quanto mai deprecabile nella sua vita privata: disconosce la donna che ha frequentato in gioventù e le due figlie nate dalla relazione, tratta come una pezza da piedi la sua storica e devota governante, da cui è amato ma verso la quale non mostra alcun interesse o riguardo, usandola solo per soddisfare i suoi appetiti sessuali, limita al minimo indispensabile il dialogo con chi gli è vicino, non sprecando neanche monosillabi ma usando una specie di grugniti.

Appaiono per contro qua e là episodi in cui l’artista rivela di avere, sotto questa scorza estremamente ruvida, sentimenti apprezzabili: ad esempio rifiuta la principesca offerta di un collezionista americano, interessato ad acquistare tutta la sua produzione, dichiarando di volerne invece fare un lascito alla nazione inglese, oppure accetta di condonare un debito ad un altro pittore incompreso in forte difficoltà economica.

Nel film, che racconta l’ultimo quarto di secolo della vita del grande ed eccentrico pittore, incontriamo le uniche due persone che sembrano aver contato qualcosa nella sua vita, il padre e la vedova, incontrata frequentando una pensione sul mare, a Margate, per dipingere le sue preferite scene marine, con la quale alla fine andrà a convivere nel quartiere londinese di Chelsea, dove morirà.

Lo sfondo sul quale si muovono i protagonisti è un interessante affresco dell’Inghilterra della rivoluzione industriale, quella che associamo istintivamente ai romanzi di Dickens. Interessante in particolare la sequenza in cui Turner si fa ritrarre da una delle primissime macchine fotografiche dell’epoca e intuisce come la pittura sta per perdere l’esclusiva sulla fedele riproduzione del vero (e infatti seguiranno l’impressionismo, l’astrattismo, il cubismo).

Maggiori informazioni su http://www.bimfilm.com.

Il film, diretto da Mike Leigh, è interpretato da Timothy Spall, Dorothy Atkinson, Marion Bailey, Paul Jesson, Lesley Manville, Martin Savage. L’inconsueta durata è di 2 ore e mezza. È in sala dal 29 gennaio.

Ugo Dell’Arciprete

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