Il microinfusore è stato presentato a Napoli, nel corso del Congresso AMD

Mylife YpsoPump è il primo microinfusore economicamente sostenibile per il diabete tipo 1

  Salute  

A Napoli, nel corso del XXI Congresso Nazionale dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD), svoltosi dal 17 al 20 maggio, è stato presentato Mylife YpsoPump, il nuovo microinfusore di insulina mylife, sviluppato dall’azienda Ypsomed, interamente realizzato in Europa, per la precisione in Svizzera, per gli ammalati di diabete di tipo 1.

Da sempre, Ypsomed è impegnata a trovare soluzioni innovative e sostenibili, in grado di supportare concretamente le persone diabetiche nel quotidiano. - ha dichiarato Peter Georg Haag, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Ypsomed Italia - Dopo il lancio, tre anni fa, della prima pompa-cerotto senza cateteri, oggi presentiamo un nuovo microinfusore che intende essere il nostro contributo per soddisfare le esigenze attuali dei Servizi Sanitari. Ci auguriamo che YpsoPump possa rappresentare un’ulteriore opzione nell’ottica di individuare il device più adatto a quei pazienti che, pur non necessitando di tutte le funzioni dei sistemi complessi, attendono di poter passare dalle iniezioni multiple giornaliere al sistema di infusione continua di insulina, per migliorare la propria qualità di vita.

Il diabete di tipo 1 è una patologia cronica autoimmune, caratterizzata dall’incapacità del pancreas di produrre insulina: richiede, pertanto, per tutta la vita, la somministrazione dell’ormone tramite iniezione sottocute, in modo da regolare i livelli ematici di glucosio. Negli ultimi decenni la terapia insulinica con microinfusore ha rivoluzionato le cure, permettendo una maggiore flessibilità, un migliore controllo del profilo glicemico ed una riduzione del rischio di complicanze, come ipoglicemia, problemi cardiovascolari, neuropatie, retinopatie e amputazioni.

Rispetto alla modalità classica di somministrazione sottocutanea multi-iniettiva - ha spiegato Paolo Pozzilli, Ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Direttore UOC Endocrinologia e Diabetologia, Università Campus Bio-Medico di Roma - la terapia intensiva con microinfusori continui di insulina (CSII) ha mostrato un miglior controllo glicometabolico in pazienti con diabete tipo 1 di lunga durata e una netta riduzione delle ipoglicemie.

Nonostante i tanti vantaggi clinici documentati, il ricorso al microinfusore non solo è ancora poco diffuso in Italia, ma è anche disomogeneo tra le diverse Regioni.

In Italia sono circa 12-14.000 le persone diabetiche trattate con microinfusore: benché destinato ad aumentare, il dato è ancora molto basso se confrontato con gli altri Paesi europei, dove la terapia con CSII è seguita dal 5 al 15% dei pazienti, mentre negli USA la percentuale è vicina al 40%. - ha spiegato Paolo Pozzilli - Le tecnologie sviluppate negli ultimi anni hanno reso i dispositivi sempre più sofisticati, offrendo la possibilità di personalizzare la terapia in base alle caratteristiche della persona. Oggi abbiamo tre sistemi di microinfusione: quelli tradizionali, che consentono di regolare l’infusione basale con diverse velocità, secondo il momento della giornata; le pompe-cerotto senza cateteri, compatte e impermeabili, che si applicano sulla pelle e non devono essere scollegate in caso di sport o se si fa una doccia; i sistemi di monitoraggio glicemico continuo, con sensore sottocutaneo che rileva la concentrazione di glucosio nel liquido interstiziale del derma, impiegati in combinazione col microinfusore o integrati in esso. Più diventano complessi i sistemi di microinfusione, maggiore sarà l’impegno che richiederanno a livello economico e di addestramento. Disporre di varie opzioni - dalle più sofisticate a quelle più essenziali, a costi sostenibili - consente al diabetologo di scegliere la soluzione più appropriata, in funzione delle reali esigenze del paziente, e rappresenta un’ulteriore opportunità per ampliare l’accesso alla microinfusione.

Il costo più elevato, il tempo necessario per la formazione del paziente e la mancanza di personale sono, spesso, fattori di ostacolo alla sua adozione.

YpsoPump, il nuovo microinfusore che semplifica la cura, affidabile, comodo da utilizzare e di facile training, è ora in grado di fornire una risposta concreta alle esigenze dei medici, delle persone diabetiche e dei sistemi sanitari, in quanto riesce a coniugare qualità di vita, appropriatezza e sostenibilità nella terapia del diabete tipo 1.

YpsoPump, piccolo, discreto e leggero (83 grammi, batterie incluse), facilita, così, al diabetico la gestione della malattia e favorisce un impiego più razionale delle risorse.

YpsoPump è dotato di un touchscreen intuitivo con solo 7 icone e pratico da ricaricare, grazie alle cartucce di insulina pre-riempite.

Nella sua essenzialità, YpsoPump garantisce il mantenimento di un elevato standard nella terapia insulinica, migliora il controllo glicemico rispetto alla multi-iniettiva ed ottimizza l'uso delle risorse del 30-70%: questo innovativo device, dunque, potrebbe consentire di trattare con la microinfusione fino al triplo dei pazienti, rispetto ai sistemi “full-optionals”, sicuramente utili per gruppi selezionati di utenti.

YpsoPump, infine, è il primo microinfusore “economicamente sostenibile”, che consente al SSN di ottimizzare l'uso delle risorse fino al 70%, offrendo, così, la possibilità di ampliare considerevolmente il numero di pazienti trattati.

A breve, dopo il lancio avvenuto in Germania, Olanda, UK e Repubblica Ceca, Mylife YpsoPump sarà disponibile anche in Italia.

Giovanni Scotti

 Versione stampabile




Torna