Goletta Verde di Legambiente: i dati sullo stato di salute del mare e delle coste dell’Abruzzo

3 agosto 2011

Oggi, a Pescara, Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo, Antonio Sangiuliano, coordinatore della segreteria di Legambiente Abruzzo, Antonio Mastrostefano, direttore Strategie, Comunicazione e Sistemi del COOU, hanno presentato i risultati del monitoraggio e delle analisi realizzate dai biologi di Legambiente in Abruzzo: da Goletta Verde, la campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, di Corepla, Consorzio Ecogas e Novamont, sono stati segnalati 9 punti risultati critici per inquinamento microbiologico causato da fossi e foci di torrenti. Sette punti sono risultati fortemente inquinati con concentrazioni di batteri fecali superiori al doppio dei limiti previsti dalla legge.

Sei i punti critici emersi in provincia di Chieti. Tra questi, il prelievo effettuato nel comune di San Salvo in località di San Salvo Marina, presso il Fosso Buonanotte, è stato classificato come inquinato. Nel comune di Rocca San Giovanni, in località Contrada Foce, i risultati dei campionamenti nel Torrente Valle delle grotte hanno evidenziato la presenza di acque fortemente inquinate.  Sempre nella stessa provincia, altri due punti sono stati segnalati per gli alti livelli di inquinamento microbiologico. Il primo, nel comune di Torino di Sangro, in località Lago Dragoni, campionato presso il Fosso del Diavolo, è risultato fortemente inquinato. Il secondo, ricadente nel comune di Fossacesia, in località San Giovanni in Venere (abbazia), è stato analizzato dalle acque del Fosso San Giovanni e ha ugualmente dato prova di essere fortemente inquinato.  I prelievi compiuti nel comune di Ortona, non hanno dato risultati migliori: il Fosso Riccio, in località Torre Mucchia ha evidenziato forti livelli di inquinamento. Il problema dell’inquinamento dei fossi assume toni significativi anche nel Fosso San Lorenzo, che insiste nel comune di Francavilla al Mare e precisamente in località Foro Via Tosti, dove sono stati rilevati alti livelli di contaminazione batteriologica. Due i punti fuori legge in provincia di Teramo. Nel comune di Silvi, in località Silvi Marina, due prelievi hanno entrambi evidenziato alti livelli di inquinamento microbiologico.   Nel primo caso, sono state campionante le acque del Fosso Concio che sono risultate fortemente inquinate. Stessa situazione nel secondo punto di campionamento: le acque del Torrente Cerrano hanno evidenziato presenza di batteri tali da essere classificate come fortemente inquinate. Un punto critico infine nella provincia di Pescara. Il Fosso Mazzocco, che rientra nel  territorio del comune di Montesilvano, precisamente in località Santa Filomena, dalle analisi microbiologiche effettuate è risultato inquinato.

Dagli elementi raccolti dal laboratorio mobile dei tecnici dell’associazione ambientalista, risulta evidente che, anche in Abruzzo, l’inefficienza, ed in taluni casi la mancanza, di adeguate strutture di depurazione per le acque reflue rappresenta un’emergenza a cui è doveroso porre rimedio al fine di garantire a cittadini e turisti la possibilità di godere delle bellezze marine senza correre rischi di tipo sanitario.  Le analisi dei tecnici di Goletta Verde hanno permesso di effettuare un’istantanea sulla qualità delle acque regionali, e hanno messo in evidenza diverse situazioni critiche.

La situazione abruzzese riflette purtroppo un’emergenza nazionale - dichiara Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente - La mancata depurazione e l’inadeguatezza delle strutture esistenti per il trattamento delle acque reflue rappresentano un vero e proprio tallone d’Achille per il nostro Paese.  Ad oggi, la copertura del servizio in Italia arriva appena al 70%, lasciando ben 18 milioni di abitanti sprovvisti di sistemi adeguati di trattamento delle acque. Il termine ultimo per adeguarsi alla direttiva era fissato a fine Dicembre 2005, ma a molti anni di distanza, il “Belpaese” si ritrova con un sistema ancora deficitario e con l’ennesima procedura d’infrazione aperta a suo carico dalla Commissione Europea. Secondo la Gazzetta Ufficiale europea del 29 gennaio 2011, sono 168 i Comuni medio grandi del nostro Paese che non si sono ancora conformati alla direttiva europea per il corretto ed efficiente trattamento dei reflui urbani. Vorremmo tanto che il nostro Paese spendesse più utilmente i soldi pubblici per realizzare fognature e depuratori efficienti, piuttosto che spenderli per pagare inutilmente le inevitabili multe europee che nessuno ci condonerà.

Non ci sono solo i nove punti critici evidenziati da Goletta Verde ma anche sei tratti di costa già noti alla Regione per motivi di inquinamento che sono risultati tali anche dalle nostre analisi - dichiara Angelo Di Matteo presidente di Legambiente Abruzzo - La situazione che emerge sembra fuori controllo. Chiediamo alla Regione ed ai Comuni di risalire alla causa di questo inquinamento per migliorare lo stato di salute del mare abruzzese che costituisce una delle fonti principale dell’economia della nostra regione.

Le aree già segnalate dalla Regione Abruzzo nella delibera 185 del 14 marzo 2011 come non balneabili e permanentemente vietate o non balneabili per motivi sanitari e soggette a misure di miglioramento sono le foci del Fiume Osento a Torino di Sangro, Torrente Moro a San Vito Chietino, fosso Peticcio a Ortona, Saline a Montesilvano, Tordino a Giulianova, Vibrata a Martinsicuro.

I divieti sulla balneazione non possono essere la soluzione del problema - afferma Antonio Sangiuliano, coordinatore della Segreteria di Legambiente Abruzzo - ma si deve intervenire fornendo di adeguati sistemi di depurazione i 365mila abitanti della nostra regione che ne sono ancora sprovvisti, che spesso vivono nell’entroterra. Ci auguriamo che in questa regione si intraprendano percorsi virtuosi per sanare i problemi esistenti che a partire dalla depurazione mettano in campo politiche ambientali degne di quella che viene definita la Regione italiana dei Parchi.

Quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è Main Partner della storica campagna estiva di Legambiente. La difesa dell’ambiente, e del mare in particolare, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione. - ha detto Antonio Mastrostefano, direttore Strategie, Comunicazione e Sistemi del COOU - Se eliminato in modo scorretto - ha sottolineato Mastrostefano - questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come un campo di calcio. A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. Lo scorso anno nella Regione Abruzzo il Consorzio ha raccolto 3.767 tonnellate di oli lubrificanti usati: 1.498 nella provincia di Chieti, 950 a Teramo, 660 all’Aquila e 659 a Pescara.