Sei mai stata sulla Luna? di Paolo Genovese

21 gennaio 2015

Le statistiche ci dicono che negli ultimi anni, complice la crisi e la crescente difficoltà per i giovani di trovare un impiego, è tornato a crescere il numero degli italiani che si dedicano alla cura dei campi, magari prendendo in gestione piccoli appezzamenti o tornando a coltivare terreni ereditati da padri e nonni e lasciati in abbandono negli anni in cui tutti aspiravano alla vita in città.

Forse anche questa realtà sociale è stata tra i motivi ispiratori che hanno convinto la Pepito Produzioni, giovane società di produzione fondata appena nel 2010 da Agostino Saccà dopo i 30 anni e più passati in Rai, a finanziare il bucolico film “Sei mai stata sulla Luna?”.

Assistiamo qui ad un contrasto città-campagna che più estremo non potrebbe essere: da una parte la vita frenetica e artificiosa del mondo dell’alta moda nelle metropoli settentrionali, Milano e Parigi, dall’altra la quiete provinciale di Nardò e i ritmi naturali della vita agreste in una masseria nei suoi dintorni.

La protagonista Guia, nata in Puglia ma trasferita giovanissima a nord dopo la separazione dei genitori, è una sofisticata ed affermata dirigente di una grande rivista di moda, ma eredita la vecchia masseria ed è costretta ad occuparsene, inizialmente solo con l’intenzione di dedicarvi lo stretto tempo necessario per rivenderla. La presenza del cugino autistico Pino, di cui non può fare a meno di prendersi cura, e soprattutto la presenza di Renzo, giovane e bell’agricoltore che vive da sempre nella masseria col figlioletto, faranno sì che Guia si fermi a Nardò ben più a lungo del previsto.

Nell’ambiente campestre appare subito chiaro che la bravura manageriale di Guia conta zero, ed è invece il contadino Renzo che ha il giusto know-how: Guia soffre in un primo tempo questa inferiorità, entrando in rotta di collisione col vicino, ma un po’ alla volta ne riconosce la grande onestà e soprattutto il fascino, finendo innamorata cotta.

Tutto intorno ai due protagonisti principali si muovono una serie di personaggi collaterali, che ben rappresentano la vita provinciale, in senso buono, del nostro meridione. Menzione speciale per Neri Marcorè, che impersona in modo spassoso ma anche commovente il cugino Pino, e per il piccolo Simone Dell’Anna, sveglissimo figlio undicenne di Renzo.

Invitiamo gli spettatori a non lasciare la sala prima dei titoli di coda, perché il film si chiude con un sorprendente colpo di scena finale. Conviene anzi restare anche durante i tioli di coda, che sono accompagnati da una canzone composta appositamente per il film nientedimeno che da Francesco De Gregori.

Il film, diretto da Paolo Genovese, è interpretato da Raoul Bova, Liz Solari, Sabrina Impacciatore, Neri Marcorè, Giulia Michelini, Sergio Rubini, Emilio Solfrizzi, Pietro Sermonti, Nino Frassica, Paolo Sassanelli. È in sala dal 22 gennaio.

Ugo Dell’Arciprete