Kids Kicking Cancer Italia onlus per l’iniziativa “arruoliamo mat con un libro”

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L’associazione non profit presenta il libro “Power, Peace, Purpose. Lezioni di coraggio di piccoli eroi” e destina il ricavato delle vendite alla formazione degli istruttori volontari.

Controllare la paura, il dolore e la frustrazione e canalizzare la rabbia, attraverso esercizi motori e meditativi tipici delle arti marziali, sono gli obiettivi principali che si pone il programma di KKC a supporto dei bambini affetti da cancro e da gravi malattie croniche

Kids Kicking Cancer (KKC) è un’organizzazione non profit che utilizza le tecniche e la filosofia proprie delle arti marziali per aiutare i bambini, affetti da cancro e da gravi malattie croniche, ad affrontare e gestire meglio la propria patologia. I bambini, sia in regime di ricovero che in day hospital, vengono affiancati da degli istruttori volontari denominati Martial Arts Therapists (MAT), che, debitamente formati, tengono lezioni e corsi pratici per allenare corpo, ma soprattutto mente, attraverso esercizi di respirazione e rilassamento.

La missione di KKC si sintetizza in tre parole, che rappresentano anche il saluto che viene insegnato in apertura e chiusura di ogni lezione: Power, Peace, Purpose. Queste tre parole sono anche il titolo edito da Proedi, che oggi KKC presenta per lanciare l’iniziativa “Arruoliamo MAT con un libro”, volta ad utilizzare i fondi raccolti tramite la vendita del volume per la formazione degli istruttori. Introdurre il metodo KKC nei reparti ospedalieri e nelle strutture extra-ospedaliere, infatti, richiede la costante ricerca di nuovi istruttori o il loro frequente ricambio, la loro formazione ed il loro successivo arruolamento.

“KKC si rivolge ai “piccoli eroi” che combattono battaglie continue in una guerra incessante contro un avversario temibile come “il cancro”, che si presenta come infido e imbattibile. Con l’insegnamento delle nostre tecniche aiutiamo i bambini a sconfiggere la paura, la rabbia e lo sconforto che suscita la patologia e ad affrontare positivamente e con coraggio le terapie, spesso molto invasive. - afferma Giancarlo Bagnulo, Presidente Kids Kicking Cancer Italia. - Il programma di KKC si rivolge ai bambini ricoverati nei reparti di onco-ematologia e/o in regime di day hospital, ma sono in corso programmi anche in strutture extra-ospedaliere sparse in tutto il territorio nazionale.”

Attiva in Italia da cinque anni, KKC opera ad oggi in 12 strutture ospedaliere e 5 extra-ospedaliere in 13 città, ma ancora molte sono quelle in cui potrebbero essere avviati nuovi programmi a beneficio dei piccoli pazienti. KKC Italia con il lancio del libro “Power, Peace, Purpose. Lezioni di coraggio di piccoli eroi”, vuole dare un maggior risalto all’attività dell’Associazione e una nuova spinta propulsiva alla ricerca, alla formazione e al reclutamento di nuovi istruttori.

La malattia di un bambino rappresenta un evento devastante per lui e per l’intera famiglia che si trova ad affrontare qualcosa per cui è difficile essere preparati. È importante, perciò, che il sostegno sia fornito non solo al piccolo paziente, ma anche ai suoi familiari. “La sensazione di impotenza di fronte alla sofferenza di un figlio malato è una delle più strazianti sensazioni provate da un genitore. - afferma Simona Camaeti, mamma di un piccolo eroe. - È per questo che l’enorme e prezioso supporto fornito a noi genitori dagli istruttori di KKC ha rappresentato un’ancora di salvezza. Vedere nostro figlio più coraggioso e determinato nella lotta alla malattia ha reso più forti anche noi genitori e ci ha permesso di stargli accanto nel migliore dei modi.”

Gli istruttori di KKC sono cinture nere di arti marziali che hanno accettato di collaborare con l’associazione in qualità di volontari. Devono seguire un corso di formazione teorico-pratico, durante il quale apprendono la metodologia KKC, e devono superare la validazione di un comitato tecnico, conseguendo il diploma di Martial Arts Therapist. Inoltre, prima di poter operare individualmente, devono lavorare in affiancamento a MAT esperti. “Ancora oggi, ripensando al sollievo provato da nostro figlio, e di conseguenza da noi genitori, dopo gli esercizi svolti con gli istruttori, ringraziamo infinitamente tutti i MAT che ci hanno saputo dare uno strumento ulteriore per superare quella difficilissima fase della nostra vita.” - conclude Simona.

Il metodo KKC consta di una parte motoria e di una parte puramente meditativa. Quest’ultima fa sì che i bambini acquisiscano un potente strumento di autocontrollo e di consapevolezza della propria forza interiore, attraverso il respiro, il rilassamento e la visualizzazione di situazioni e luoghi piacevoli, che nell’insieme, contribuiscono a ridurre in modo significativo la percezione del dolore. La parte motoria, invece, favorisce la riattivazione muscolare e articolare e la stimolazione dell’equilibrio, della coordinazione e della bilateralità. Per questo tipo di attività i reparti ospedalieri cercano di mettere a disposizione di KKC spazi adeguati e non lontani dalle camere dei piccoli degenti. Tuttavia, è anche possibile svolgere gli esercizi in camera se le condizioni non consentono al bambino di alzarsi. “Nei bambini affetti da cancro un’attività come quella promossa da KKC, che coniuga dunque una parte motoria e una meditativa, risulta molto efficace. - afferma il Dottor Marco Zecca, Direttore del reparto di oncoematologia pediatrica presso il Policlinico San Matteo di Pavia. - In particolare può aiutare ad ottenere una riduzione dei sintomi legati agli effetti secondari della radioterapia e chemioterapia, a raggiungere un più rapido recupero dopo trattamento chirurgico, chemioterapico o radioterapico oltre che contribuire a migliorare il benessere psicologico e il mantenimento delle funzioni fisiche dei piccoli pazienti. La possibilità per i bambini di concentrarsi sul proprio corpo, che in quel momento non è solo un corpo malato, bensì un corpo dotato di ossa e muscoli da coordinare e in cui incanalare energia per effettuare gli esercizi, è fondamentale. La parte meditativa, complementare alla dinamicità fisica, permette inoltre a ogni bambino di distaccarsi momentaneamente dalla propria malattia, proprio mentre si trova in ospedale. Gli istruttori qualificati propongono ai bambini e alle loro famiglie il programma di attività soltanto dopo un’attenta consultazione con i responsabili medici dei rispettivi reparti. “Il coordinamento e la sintonia tra MAT e medici è fondamentale. È indispensabile che i medici comprendano appieno il metodo KKC per presentarne la validità alle famiglie e ai piccoli pazienti. Allo stesso tempo è essenziale che la struttura ospedaliera fornisca ai MAT tutto il supporto necessario”. - conclude Il Dottor Zecca.