FOCUS ON LINE - RIVISTA N° 5, 7 giugno 2016

Food and beverage, Tendenze

Madonie: natura, arte e storia, ma anche food
Tra i prodotti del posto troviamo la manna, lo sfoglio, il caciocavallo, l’arancia bionda e il fagiolo rosso

Una Sicilia particolare come non l’avete mai vista: mare, montagna e cultura, che si fondono tra le spiagge e l’acqua cristallina di Cefalù, la cultura racchiusa nei borghi medievali arroccati di Gangi e Castelbuono, la natura incontaminata del Parco delle Madonie, i sentieri di montagna da percorrere a piedi, in bici o con gli sci o le Gole di Tiberio.

Tutto questo mondo è racchiuso nel Parco regionale delle Madonie, situato nella costa settentrionale siciliana, tra il corso dei fiumi Imera e Pollina. Previsto dalla Legge regionale siciliana n. 98/1981 ed istituito nel novembre 1989, il Parco è gestito dall'Ente Parco delle Madonie, ente di diritto pubblico, che ha sede a Petralia Sottana ed è sottoposto al controllo ed alla vigilanza della Regione siciliana. Il Parco comprende 15 comuni: Caltavuturo, Castelbuono, Castellana Sicula, Cefalù, Collesano, Geraci Siculo, Gratteri, Isnello, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Pollina, San Mauro Castelverde, Scillato e Sclafani Bagni. Il Parco, che ospita moltissime specie di animali e vegetali (come, ad esempio, l'Abies nebrodensis in via di estinzione), fa parte, per la sua geologia, dal 2003 del network European Geopark, cui aderiscono più di 20 parchi geologici e non, europei e, dal 2015, è inserito nella lista dei Geoparchi mondiali UNESCO dal 17 novembre 2015.

Il Parco regionale delle Madonie è proposto ai turisti dal Consorzio Turistico Cefalù, Madonie ed Himera, l’associazione temporanea, presieduta da Mario Cicero, cui aderiscono 32 soggetti pubblici ed anche soggetti privati, che promuove e gestisce il “Distretto Turistico di Cefalù e dei Parchi delle Madonie e di Himera”, con sede in Cefalù, nel castello Bordonaro,

All’interno del parco si possono visitare antiche città della Magna Grecia, come l’insediamento greco di Himera, strutture arabe, borghi e piccole perle di architettura medievale, come Pollina, Isnello o seguire la storia millenaria della Sicilia che coesiste in questo territorio ricco di storia, folklore, pittura, scultura, architettura … ed. enogastronomia.

Per quanto riguarda, in particolare, questo aspetto nelle Madonie troviamo prodotti come la manna, lo sfoglio, il caciocavallo, l’arancia bionda ed il fagiolo rosso.

Manna, Presidio Slow Food - La manna è la linfa estratta dalla corteccia di alcune specie di piante del genere Fraxinus (frassini).

Il frassino comincia a produrre la manna all'età di 6/8 anni: le prime incisioni vengono praticate tra la fine di giugno e la prima metà di luglio quando le foglie, a causa della scarsezza di acqua e delle elevate temperature, perdono l'abituale lucentezza e appaiono opache, increspate e giallastre. Il frassinicoltore, accertata la maturazione del frassino, taglia un pezzetto di corteccia dalla pianta (pipita). Se dalla ferita fuoriesce una goccia, la pianta è matura e viene praticata la prima incisione della stagione. Dalle incisioni praticate sgorga un liquido violaceo ed amaro che diventa dolce a contatto dell'aria e si rapprende velocemente formando un leggero strato cristallino biancastro: la manna. Il liquido gocciolando forma una stalattite biancastra di varia lunghezza, il "cannòlo", che costituisce la parte più pregiata della manna. Diversi ricercatori hanno studiato e comparato il comportamento farmacologico della mannite naturale, estratta cioè dalla manna, e della mannite artificiale, ricavata dalla melassa di zucchero, constatando che, pur non presentando sostanziali differenze chimiche, la due svolgono azioni farmacologiche diverse.

La manna è prodotta solo in due paesi del Parco delle Madonie, Castelbuono e Pollina. Qui c’è anche un piccolo museo che fornisce tante informazioni su questo prodotto, proponendo come “oggetti del museo" i paesaggi, l'architettura, il saper fare, gli arnesi e le testimonianze orali della tradizione (Museo della Manna).

La manna è molto usata in pasticceria A Castelbuono, infatti, la manna trova un eccellente interprete nel maestro pasticcere Nicola Fiasconaro, famoso ben oltre i confini siciliani per la ricca linea di panettoni, dolci tipici della tradizione natalizia, ripensati e rivisitati in chiave siciliana e madonita, le confetture, le colombe, i torroni e i croccanti che valorizzano anche il pistacchio siciliano e la mandorla d’Avola. Nero Sublime, ad esempio, è un panettone spolverato con scaglie di cioccolato di Modica e farcito con fragoline di Ribera (Fiasconaro - www.fiasconaro.com).

Sfoglio, Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT) - Lo sfoglio delle Madonie è il dolce più tipico del Parco e vanta oltre quattrocento anni di storia: è una pasta frolla farcita di tuma (formaggio d'alpeggio), zuccata, albumi d'uovo, cioccolato, zucchero e cannella, cotta al forno e servita fredda. Lo sfoglio delle Madonie è prodotto soprattutto nelle zone di Polizzi Generosa, Petralia Sottana e Castellana Sicula, e con tante e diverse varianti (ad esempio quella con ripieno al Pistacchio). Chi lo prova, lo ricompra!

Provola o Caciocavallo, Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT) - E’ un po' più schiacciata e panciuta della cugina, la non molto lontana Provola dei Nebrodi. Tipico formaggio vaccino a pasta filata, ha la forma di un fiasco panciuto e la crosta liscia e sottile di color giallo paglierino. Molti casari la producono in modo artigianale. Il latte, crudo e intero, è riscaldato a 37-38°C nella tradizionale tina di legno e poi si aggiunge caglio ovino in pasta. Una volta raggiunta la densità voluta, si rompe la cagliata in grani delle dimensioni di una nocciola e la si lascia riposare per un tempo variabile, versando acqua o siero caldi. La massa è poi messa ad asciugare su un tavolone di legno e tagliata in fette sottili che vengono poste nella tina e bagnate con acqua a 85°C. A questo punto si effettua la filatura della pasta, maneggiandola con le mani e con l'aiuto di un bastone. Quando raggiunge una buona elasticità si formano delle piccole pere (la provola classica è tondeggiante, con "collo" molto corto) che, vengono legate a due a due e appese a cavallo di una pertica. Da questa pratica deriva il nome comune di questa provola, ossia "caciocavallo" che va stagionato per almeno 10, 15 giorni in ambienti freschi e aerati. Esiste anche una versione leggermente affumicata.

Arancia Bionda di Scillato - A Scillato si produce una varietà d'arancia dal colore "biondo", un tipo d'arancia "ombelicata" con tre varietà - Washington Navel, Nareline e Navelate - che trovano le condizioni ideali per maturare in questa zona collinare. A differenza degli aranceti situati nelle aree pianeggianti de “La Conca d’oro”, infatti, nel territorio collinare di Scillato, il frutto può ritardare la maturazione, che si celebra in epoca tardiva (aprile) e, cioè, in un momento di mercato favorevole.

Fagiolo Badda, Presidio Slow Food - Da oltre due secoli negli orti di Polizzi Generosa si coltiva un fagiolo medio piccolo e di forma tondeggiante, chiamato in dialetto "badda", cioè palla. Questo piccolo tesoro della tradizione alimentare madonita è un fagiolo dalla colorazione unica, bicolore, con una suddivisione netta tra le due colorazioni distinte che, di volta in volta, può essere avorio con macchie rosate, aranciate, oppure avorio con macchie viola scuro, quasi nere. Il fagiolo è sapido, con note erbacee e perfino salmastre, leggermente astringente, con sentori di castagna e mandorla nel finale. Con la cottura acquisisce una giusta cremosità, senza sfaldarsi. E’ estremamente digeribile e non causa gonfiori durante la digestione.

Sale di Petralia - La miniera di Frazione Raffo, a Petralia Soprana, è uno dei giacimenti più ricchi d'Europa: una enorme lente di sale racchiusa nel cuore di una montagna che si eleva fino a 1.100 metri sul livello del mare. Sale, per una estensione di 2 kmq ed uno spessore che raggiunge il valore di 250 m, con un tenore in cloruro di sodio fino al 99,9 %. L'eccezionale purezza del sale e la collocazione fuori dall'area dove si trovano gli altri giacimenti siciliani, fa pensare che quello di Petralia sia un giacimento di origine secondaria: si tratterebbe, cioè, di depositi salini preesistenti che le vicende geologiche dell'isola hanno disciolto, spostato e ricristallizzato fuori dalla prima formazione.

Info: www.parcodellemadonie.it - www.consorzioturisticocefalumadoniehimera.org

Giovanni Scotti