LA MIA BANDA SUONA IL POP

21/02/2020

Il fenomeno delle reunion, ossia il ricomporsi di complessi musicali che avevano avuto successo tanti anni fa e poi si erano sciolti, è tornato sulla bocca di tutti recentemente per effetto del ritorno a Sanremo dei Ricchi e Poveri, ma non è certamente un fenomeno nuovo e tanto meno specificamente italiano. Che sia stato per interi tour o per una serata evento, ci sono stati ritorni dei Take That, dei Led Zeppelin, delle Spice Girls e tanti altri.

Per una coincidenza casuale, visto che quando si è cominciato a girare il film il ritorno dei Ricchi e Poveri non era ancora noto, esce ora questo “La mia banda suona il pop” (dal titolo evidentemente ispirato al grande successo di Ivano Fossati “La mia banda suona il rock”) che racconta appunto della reunion di un immaginario complesso musicale italiano degli anni ’80 chiamato i Popcorn.

Quelli erano gli anni in cui la cortina di ferro ancora divideva l’Europa, ma l’Unione Sovietica viveva i primi ammorbidimenti della censura comunista, e i cittadini russi potevano assistere a spettacoli televisivi provenienti dall’Occidente, in particolare musicali. Lo stesso Festival di Sanremo era popolarissimo, e molti cantanti italiani dopo la caduta del Muro e fino ad oggi sono stati invitati ad esibirsi in Russia.

Questo film prende quindi spunto da questo contesto, immaginando che il magnate russo Ivanov desideri avere nella sua villa a San Pietroburgo, per festeggiare i suoi 50 anni, il suo complesso musicale italiano preferito, i Popcorn, (Christian De Sica, Massimo Ghini, Paolo Rossi, Angela Finocchiaro) famosissimi negli anni ’80.

Il manager della band, Franco (Diego Abatantuono), che vive tra Italia e Russia, viene contattato a questo proposito da Olga, donna di fiducia di Ivanov.

Franco tenta di dissuaderla perché lui in fondo i Popcorn li odia e preferisce controproporre alternative a suo avviso ben più valide (Pupo, Sabrina Salerno…). Ma con Ivanov non si discute, vuole i Popcorn e così sarà. Tuttavia i quattro membri della band, che dopo lo scioglimento si erano persi di vista ed avevano praticato le attività più disparate, ognuno per un motivo diverso, rifiutano l’offerta per vari motivi.

Ma evidentemente è scritto che la reunion si faccia perché i lavori che i quattro avevano in atto o in prospettiva, come in un beffardo gioco del destino, vengono tutti improvvisamente meno inducendo i vecchi compagni ad accettare la bizzarra proposta. Gli artisti, un po’ arrugginiti, sono pronti alla nuova avventura, depressi ma pronti. Tra prove costumi, sound check, liti, vecchi amori e vecchi rancori, i quattro scoprono però con stupore di dover fungere da cavallo di troia per una colossale rapina ai danni di Ivanov progettata da Olga.

Le loro resistenze sono inutili. Ma a questo punto, perché accontentarsi del cachet che Olga concederebbe loro? Meglio studiare un contropiano e fare direttamente loro la rapina, tenendosi tutto il malloppo. Parte qui la seconda parte del film, che diventa uno scatenato action movie per le vie e i canali di San Pietroburgo con inseguimenti, sparatorie e perfino l’incontro con una tigre. Alla fine il piano riesce, benchè un improvviso ridestarsi della voglia di contatto con il pubblico stia quasi per far fallire tutto. In conclusione i nostri sembrano godersi i frutti del furto, ma li attende ancora un colpo di scena …

Visto che il film è centrato sull’esibizione dell’immaginario gruppo musicale dei Popcorn, era necessaria una colonna sonora che comprendesse canzoni inedite che, al primo ascolto, entrassero in testa e sembrassero dei successi degli anni ’80. Il compito non era facile, ma il maestro Zambrini (per chi non lo sa è l’autore della gran parte dei successi di Gianni Morandi e Patty Pravo) ha regalato il vero jolly del film: due evergreen immaginarie, con i ritornelli che più “sanremesi” di così si muore.

Il film, diretto da Fausto Brizzi, è interpretato da Christian De Sica, Massimo Ghini, Angela Finocchiaro, Paolo Rossi, Diego Abatantuono, Natasha Stefanenko, Rinat Khismatouline.

È in sala dal 20 febbraio.