Milano, Teatro Litta: SOGNO (MA FORSE NO) / I’M DREAMING, BUT AM I?

15/06/2015

Eludendo i soliti cliché di un amore tra una donna e il suo amante, Pirandello scrive un testo composto di immagini, visioni, suoni e ombre. “È un sogno o un incubo, oppure una fantasia intrecciata a un ricordo?” verrebbe da chiedersi. Antonio Syxty rilegge le pieghe di questa storia, intessendo insieme didascalie, voci registrare, azioni, musiche e luci in unicum poliedrico e sfaccettato.

Lo spettacolo SOGNO (MA FORSE NO) / I’M DREAMING, BUT AM I? (LITTA produzioni) è in italiano e sottotitolato in inglese.

Una giovane e bella donna ha un amante del quale comincia però a stancarsi, mentre inizia a riassaporare il fascino di un altro amante, avuto in precedenza, il quale è tornato ricchissimo da paesi lontani. Nel breve spazio di un sogno, la donna vive in modo conflittuale il contrasto fra le due pulsioni: l’affievolirsi del desiderio per l’amante attuale e il riaccendersi del desiderio per l’amante precedente ora diventato molto facoltoso. Nel sogno l’amante attuale, consapevole del fatto che la giovane donna non lo ama più, la strangola lasciando sul suo collo un solco livido, come una sorta di collana. Questa immagine onirica si sovrappone a quella di una vera collana di perle ammirata e desiderata dalla giovane donna nella vetrina di un gioielliere. Quando la donna si sveglia sospira di sollievo per essere uscita dall’incubo, ma scopre che qualcuno ha recapitato una scatola contenente la collana tanto desiderata, mandata dal ricchissimo ex amante. Subito dopo riceve la visita dell’amante attuale che le confessa di essersi indebitato al gioco per comprare la collana che lei tanto desiderava, ma che passando in negozio il gioielliere l'aveva già venduta a qualcuno ...

Il dialogo tra la donna e il suo amante è la parte meno importante del testo. La suggestione invece è affidata all'atmosfera ambigua e perturbante di una vicenda che sembra anticipare di 70 anni il cinema di David Lynch.

Antonio Syxty - Nato a Buenos Aires, lavora a Milano dalla fine degli anni ‘70. Inizia come performer nelle gallerie d'arte e spazi “underground“, collaborando con altri artisti, designer, architetti e musicisti di quel periodo. Dopo aver studiato in corsi di Art and Drama negli Stati Uniti tra il 1975 e il 1976, ha iniziato a realizzare alcune art-performance tra il 1977 e il 1984. Negli anni '80, dopo aver frequentato la Scuola del Piccolo Teatro, la sua carriera si sposta progressivamente verso il teatro, che lui considera come un'arte comportamentale, “con derive ed espansioni dovute allo scambio di identità, agendo sui concetti di veritàe falsità”. Da allora il suo lavoro si sposta sulla professione di regista per il teatro, il cinema, la televisione, la radio, con frequenti progetti sitespecificed eventi live, sostenendo di essere un regista di spazi e comportamenti. Ha anche lavorato come regista per la RAI e per il gruppo Mediaset, per la pubblicità, per i film istituzionali, per la moda, i concerti e qualsiasi altra forma di evento dal vivo. Attualmente è co-direttore artistico e regista residente del Teatro Litta. Dal 2007 ha ripreso la sua attività di artista visivo con un progetto chiamato Money Transfer.

Attraversare il confine fra sogno e realtà con un testo teatrale di Pirandello scritto nel 1928 mi sembrava una sfida interessante proprio in un’epoca come la nostra, che sempre di più stimola la percezione di noi tutti su cosa è virtuale e cosa è reale. - scrive Antonio Syxty nelle note di regia - Ho sempre considerato il teatro come una potente “macchina virtuale”, o per meglio dire, una forma di macchinazione votata alla rappresentazione di ciò che noi immaginiamo possa accadere. Ma se non è ancora accaduto è reale o immaginario? E che cosa accade nel sogno che non accade nella realtà? È il sogno una proiezione della realtà? O la realtà -in qualche modo- si ri-proietta nel sogno? Posso in qualche modo pensare che tutti noi davanti alle immagini delle Torri Gemelle attraversate dagli aerei-kamikaze abbiamo pensato di vivere un sogno anche se quella era la realtà. Una cosa è certa il confine rimane sempre più labile fra ciò che è reale e ciò che sembra un sogno o semplicemente è un sogno. - scrive ancora Antonio Syxty- Se poi ci addentriamo attraverso Pirandello nella rappresentazione sognata (o forse no) di un rapporto di amore/desiderio fra un uomo maturo (L’uomo in frak) e una donna (La Giovane signora) il salto fra reale e sogno si amplifica perché non sappiamo quanto il nostro desiderio/passione sia parte del sogno o della realtà. E poi ci si mette il teatro ad amplificare in forma comportamentale azioni e movimenti che sono al contempo fisici e immaginati dall’Autore stesso, interpretato e tradito dallo stesso regista nel momento in cui immagina (o sogna) ciò che qualcuno ha immaginato o sognato prima di lui in una continua rifrazione di piani e livelli.- scrive Syxty - Il tutto potrebbe amalgamarsi in una performance che segua il tracciato di uno spartito fatto di didascalie, voci registrate, azioni, immagini, musiche, suoni, luci, tutti sintonizzatiin modo ambiguo su una stessa frequenza. Quella del sogno, o quella della realtà?

Info, prenotazioni: Sala Teatro Litta - C.so Magenta 24, Milano - tel 0286454545 - da lunedì a sabato ore 20:30, domenica riposo - durata 60 minuti - Biglietti: intero €21, ridotto €11/15 - Abbonamenti: Lunatica - T for two - Invito a Teatro - www.teatrolitta.it - promozione@teatrolitta.it - www.teatrolitta.it.