Nel Castello Visconteo di Pavia si possono ammirare 45 quadri ad olio di pittori spagnoli, provenienti dalle collezioni dell’Ermitage a San Pietroburgo

Da Velasquez a Murillo

  Cultura e società   

E’ la prima volta che queste opere vengono prestate e alcune di queste all’Ermitage sono in deposito, per cui qui sono esposte per la prima volta insieme alle altre. E’ un’ottima occasione per conoscere meglio la pittura spagnola dalla fine del Cinquecento a tutto il Seicento. 

Visto il periodo, si tratta per lo più di quadri a soggetto religioso, ma non mancano i ritratti che sono forse la parte più interessante della mostra, ed anche alcuni paesaggi, resi più vivaci da figurine umane e di animali

Alcuni autori ci sono familiari, come Velasquez a cui appartiene il bel profilo d’uomo che fa da manifesto alla mostra. Pure familiari ci sono le tenere Madonne di Murillo circondate da angioletti vivaci e chiacchieroni, Giuseppe Ribera con la sua pittura fortemente chiaroscurata che con grande sapienza mette in rilievo i particolari usando una pennellata pastosa e fluida al medesimo tempo. Zurbaran che ci intriga con una rappresentazione visionaria e di San Francesco con il viso messo in ombra dal lunghissimo cappuccio ed un teschio in mano.

Più vicina alla pittura olandese ed a quella di genere la Preparazione delle focacce ancora di Murillo che qui acquista un tono più reale facendo emergere le tre figure dall’oscurità dell’ambiente circostante che possiamo supporre fumoso.

Abbastanza insolito come soggetto ed al tempo stesso di grande impatto e sapienza pittorica per l’alternanza di ombre e di luci il San Giuseppe con il Bambin Gesù di Escalante

Si stacca dalle altre rappresentazioni a tema religioso l’Apparizione della Madonna ad un monaco domenicano di Bocanegra per l’ardita prospettiva dell’angioletto a cui corrisponde, nel basso, la torsione del frate biancovestito di cui vediamo dall’alto la testa tonsurata.

E’ una pittura d’impatto quella del doloroso Ecce Homo e l’Allegoria della Storia di Ribera, ma anche il S:Pietro penitente ed il Filosofo ci colpiscono per la decisione della pennellata e la capacità di essere aderente alla realtà senza cadere nel semplice descrittivismo.

Psicologici e trattati con mano sicura i ritratti a partirte da quello di monaco di Juan de Pareja a quello di Pedro de Moya, al San Fernando guerriero di Zurbaran.

Una vera rivelazione per me l’Autoritratto di Claudio Coello con il suo atteggiamento più naturale familiare e con quell’ombra di sorriso sulla bocca e negli occhi.

Alessandra Arecco

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