Un bel film sociologico di Laura Muscardin sugli immigrati e la società multietnica

Billo - Il Grand Dakhaar

  Cultura e società   

Billo, Il Grand Dakhaar, opera seconda di Laura Muscardin, che esordì nel 2001 con Giorni, si regge completamente sulle spalle di Thierno Thiam, l´attore senegalese che ha ispirato il racconto del film.

Thierno s´imbarca dal Senegal alla volta dell´Italia con il sogno di lavorare nella moda. Ha un diploma di sarto, una bella cugina che ha promesso di aspettarlo e divenire sua sposa e la benedizione del marabout, il suo maestro di corano e di vita. Sbarcato a Roma ne passerà di tutti i colori, finirà in carcere per presunto terrorismo e perderà il lavoro per presunte molestie, fino a che troverà l´amore di Laura, che rimane in cinta proprio nel momento in cui la famiglia lo reclama in Africa per le promesse nozze. Prima però deve sposare, obbedendo alla tradizione, la promessa sposa del suo Paese, dove porta le magliette della Roma di Totti, e poi finisce con due mogli e due bebè.

La stagione romana e quella africana del protagonista procedono parallele, ma sfasate nel tempo per incontrarsi nel punto in cui Thierno, detto Billo, che ancora non ha ben capito i costumi occidentali, non riesce più ad accettare gli usi africani, e allora … esplode la tragicommedia.

Il film sposa l´estetica della commedia italiana e, nelle scene africane, i tempi e i modi del cinema africano, realizzando una piacevole ed interessante integrazione di fatto.

La colonna sonora è firmata dal musicista senegalese Youssuo N´Dour.

Nel complesso Billo è una favola moderna, un´avventura fatta di incontri e di insidie, dove i sentimenti sono sinceri e i problemi non finiscono mai …

GS

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