Digital make-up: come creare volti, trucchi e nuovi look con Photoshop, noto programma di ritocco digitale

Stefano Anselmo svela i segreti del suo metodo di lavoro con Photoshop

  Cultura e società   

Segnaliamo, oggi, il volume Digital make-up - Inventare volti, trucchi, nuovi look e molto altro con Photoshop scritto dal maestro Stefano Anselmo.

Ricordiamo che Stefano Anselmo ha esercitato la sua attività in molteplici campi della moda, al fianco dei migliori stilisti nelle sfilate del prêt-à-porter di Firenze e dell’Alta Moda di Roma. Ha collaborato, inoltre, con le più note riviste e agenzie pubblicitarie, firmando campagne stampa e televisive, fino alla discografia (suoi, ad esempio, sono i maquillage delle folli copertine di Mina, gli innumerevoli look della fatale Anna Oxa, gli effetti speciali di numerosi spot pubblicitari). Dalla sua scuola, lo precisiamo, sono usciti migliaia di truccatori, molti dei quali, oggi, sono apprezzati professionisti in Europa, in America e in Asia. Dopo aver dato vita a diversi centri di formazione, segnaliamo, infine, che, negli ultimi anni, ha aperto l’Accademia Stefano Anselmo.

Stefano Anselmo, già autore di oltre quindici libri, per lo più didattici (alcuni sono stati adottati dalle migliori scuole d’Italia), nel suo nuovo volume Digital make-up - Inventare volti, trucchi, nuovi look e molto altro con Photoshop (Edizioni Lswr - 26.90 euro) spiega cosa serve per creare da zero, su Photoshop, un volto, come correggere le occhiaie o modificare il colore del make-up o dei capelli, già immortalati in una foto e illustra gli errori più comuni che si possono commettere.

Il Maestro, nelle 224 pagine a colori, dunque, svela i segreti del suo metodo di lavoro grazie al quale, negli ultimi decenni, ha potuto dare vita ad immagini fantasiose e non solo: grazie a Photoshop, infatti, Stefano Anselmo ha contribuito al completamento di immagini scattate da grandi professionisti della fotografia.

Stefano Anselmo spiga cosa occorre per realizzare una buona elaborazione digitale:

• una versione di Adobe Photoshop non necessariamente recente;• Acrobat o un programma similare per copiare e trasferire in giustezza eventuali testi lunghi;• Word o altro programma di scrittura per comporre i testi più lunghi;• uno scanner per eventuali scansioni di oggetti da inserire nelle vostre elaborazioni;• una macchina fotografica (anche un buon cellulare andrà benissimo) per fotografare oggetti e immagini da inserire nelle vostre elaborazioni.

Stefano Anselmo precisa anche che è importante avere un ricco archivio di immagini. Occorre, cioè, preparare una cartella-madre (Materiale per fotomontaggio): Al suo interno inserirete altre cartelle con il nome del contenuto, in previsione di ciò che vi potrebbe servire: abiti donna, abiti uomo, capelli, cappelli, volti femminili e maschili di tutte le etnie, visi truccati, bocche, arredamento, architettura, paesaggi, oggetti vari e così via.

Stefano Anselmo chiarisce anche le diversità fra scanner e cellulare: Lo scanner non serve solo a riprodurre documenti o fotografe, ma anche oggetti di qualsiasi genere che non siano troppo voluminosi. Tuttavia, oggi l’uso del cellulare consente di ottenere immagini di ottima qualità ed è più immediato, meno ingombrante e rende molto più facile la documentazione. In qualsiasi momento, infatti, possiamo fotografare ciò che potrebbe risultare utile: il fregio di una casa o di una porta, l’abito o il cappello o il volto di un’amica, il dettaglio di una pagina di una rivista.

Il Maestro suggerisce anche come fotografare le persone: Fotografate la faccia vista di fronte, di tre quarti e di profilo - ricorda il Maestro - e poi ancora mani e gambe in diverse posizioni e qualsiasi oggetto possa esservi utile. Imparate a vedere al di là dell’oggetto in sé perché qualsiasi cosa può trasformarsi in un’altra.

Il Maestro suggerisce al lettore le istruzioni per attenuare o nascondere le occhiaie: Servirsi del Timbro e/o dell’ Aerografo per correggere parti sgradite piuttosto estese produce quasi sempre risultati poco naturali: il viso acquista un aspetto troppo patinato e artefatto. Tuttavia esiste un altro metodo che garantisce maggiore naturalezza e che può essere utilizzato anche per occhiaie, rughe, cicatrici o altri segni non graditi.

Nel suo libro Stefano Anselmo ha preso in esame pure gli errori più frequenti:

• Immaginare che con Photoshop sia possibile ottenere qualsiasi risultato: in realtà non esiste il tasto “rossetto” o la funzione “eye-liner”. Photoshop è un programma che consente unicamente di fare ciò che si è capaci di fare nella realtà: se un truccatore non sa definire correttamente il disegno delle sopracciglia o delle labbra, non ci riuscirà col digitale.

• Usare lo strumento aerografo in una percentuale eccessivamente alta perché crea un effetto disegno e perciò risulta innaturale.

• Servirsi di strumenti di selezione con sfumatura troppo bassa perché crea contorni troppo netti.

• Usare indiscriminatamente lo strumento timbro là dove esistono tecniche alternative più efficaci e veloci.

• Operare modifiche non realizzabili nella realtà come, per esempio, un ringiovanimento eccessivo, la modifica del naso, l’ingrandimento le labbra e così via.

• Nei fotomontaggi non armonizzare la dominante cromatica dei file.

• Lavorare sul file originale e non su un livello-copia della stessa immagine.

 Versione stampabile




Torna